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17 luglio 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto, stelle e palloncini per ricordare i bimbi del Vajont

L’iniziativa della scuola primaria “Pascoli”

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

scuola pascoli vajont

VITTORIO VENETO – Stelle e palloncini sulle finestre e sulla recinzione della scuola primaria “Pascoli” del Centro città. Una stella per ogni bambino fino agli 11 anni che la sera del 9 ottobre 1963 ha perso la vita nel disastro del Vajont, un palloncino per ognuno dei 26 bimbi mai nati, morti nel grembo delle loro mamme sempre quella notte. Coinvolti in questo progetto, che ha portato la tragedia del Vajont nel 60esimo anniversario del disastro nelle classi per non dimenticare, tutti gli alunni della “Pascoli”, un percorso condotto dalle maestre in queste settimane e che proseguirà domani, mercoledì, anche sui luoghi del disastro.

 

«A tutti i bambini della scuola sono stati letti i libri “I palloncini del Vajont” e “La storia di Marinella”, oltre ad una favola scritta dai bambini di Longarone – spiega la maestra Cristina Tomè -. Poi con i bambini di terza, quarta e quinta abbiamo realizzato per ogni bambino fino agli 11 anni morto quella notte una stella ed un palloncino per ogni bimbo non nato». “Per non dimenticare – hanno scritto gli alunni della “Pascoli” sulla finestra della scuola a fianco delle stelle -. Una notte lontana i bambini del Vajont sono saliti in cielo, su una stella, in groppa a un palloncino. 9 ottobre 1963”. Dietro ad ogni stella hanno scritto il nome del bimbo e la sua età: Paola 4 anni, Tranquilla 11 anni, Elisabetta 4 anni, Franco 1 anno, … Dietro ad ogni palloncino invece “non ancora nato”.

 

«Domani, mercoledì, con le classi terza e quinta andremo sui luoghi di questa tragedia, visitando la diga, il museo e anche il cimitero delle vittime a Fortogna – prosegue la maestra -. Quella del Vajont per noi insegnanti è una tragedia che è importante ricordare affinché disastri simili non accadano mai più». «Maestra, questa è una storia triste» hanno detto gli alunni al termine delle letture in classe. «Ve la raccontiamo – è stato replicato – perché è importante ricordare e non dimenticare».

 


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Claudia Borsoi

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