Zona rossa, a Vittorio i contagi aumentati di 7 volte in un mese
Il sindaco Miatto: "Preoccupati per le attività, ma anche per la salute pubblica. Al lavoro per capire la normativa"
VITTORIO VENETO - Un weekend di passione per sindaci, imprenditori ed esercenti. Il Veneto passa in zona rossa lunedì 15 marzo, ma le amministrazioni sono già al lavoro per rispondere alle richieste dei cittadini: le limitazioni previste da questa nuova fascia sono note da tempo, ma rimangono sempre dubbi e incertezze.
“Stiamo cercando di capire bene la normativa – ammette il sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto -. Siamo preoccupati per attività che devono sacrificarsi, ma anche per la salute pubblica, perché i casi sono aumentati”. Lo dicono i dati: nella Città della Vittoria si è passati – nell’ultimo mese – da 11 a 71 contagi. E così questa mattina è iniziato un intenso confronto tra diversi sindaci della Marca: l’obiettivo è quello di fornire indicazioni certe e univoche.
“E’ una situazione che fa soffrire”, ammette Miatto, che questa mattina si è messo in contatto con alcuni colleghi trevigiani. I gestori dei bar, per esempio, sono alle prese con le limitazioni che riguardano l’asporto, i commercianti con i codici Ateco. Bar e ristoranti chiudono al pubblico, ma rimane consentito l’asporto, dalle 5 alle 18 senza restrizioni.
“Dalle 18 alle 22 (la vendita con asporto di cibi e bevande, ndr) è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande”, si legge sul sito del Governo. Chiuse anche le scuole di ogni ordine e grado. Rimangono consentiti gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità.
“Sono sospese le attività di commercio al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità”, ricorda il sito del Governo.