«L’IPA MARCA TREVIGIANA È IN SALSA LEGHISTA»
La contesta il centrosinistra che chiede alla Regione di non riconoscerla non rispettando i canoni previsti di omogeneità territoriale
TREVISO - Insorge il centrosinistra rispetto alla decisione di fare un Ipa escludendo i Comuni di area non leghista. Le Ipa sono uno strumento previsto dalla programmazione regionale che consente ad enti pubblici, associazioni sindacali e di categoria e soggetti privati di presentare delle proposte alla Regione per poter effettuare interventi strategici per quel territorio in una determinata area omogenea. Le Ipa possono prescindere dai confini amministrativi delle Province, dunque possono essere interprovinciali perché fanno riferimento all’omogeneità del territorio di riferimento e non ai confini amministrativi.
Ora i comuni leghisti attorno a Treviso e Mogliano (Mogliano, Preganziol, Paese, Ponzano, Treviso, Villorba, Morgano, Quinto) intendono costituire una Ipa (Intesa Programmatica d’Area) per chiedere soldi alla Regione. Nel comunicato con il quale i Comuni leghisti annunciano l’intenzione di sottoscrivere a settembre un protocollo di intesa per la costituzione di una nuova Ipa, si legge “i comuni firmatari, il cui territorio è interamente ricompreso nella provincia di Treviso e che per questo formano un ambito territoriale omogeneo dal punto di vista fisico, geografico, economico e sociale.
“Siamo alle comiche: per giustificare un’intesa che ha come unico collante l’appartenenza politica alla destra delle giunte comunali, si violenta la logica e il buon senso e si prende come garanzia di omogeneità territoriale l’appartenenza amministrativa ad un’unica provincia. Siamo di fronte ad un vero e proprio delirio, che la Regione non può avere il coraggio di accettare e riconoscere” la pensa così Luca De Marco, coordinatore provinciale Sinistra Ecologia Libertà.
L’esponente di Sinistra ecologia e libertà fa notare che i sindaci del Carroccio a capo delle amministrazioni comunali di Ponzano, Villorba e Paese, erano usciti dall’Ipa Montello Sile Piave, della quale facevano parte, definendo quella struttura un carrozzone. “Come mai ora sono disposti a mettere in piedi una nuova Ipa con il criterio dell’appartenenza politica delle giunte?" Si chiede De Marco che ritiene si tratti “dell’ennesima manifestazione di come i leghisti concepiscano l’amministrazione pubblica: un’appropriazione della cosa pubblica da parte di un partito vorace, famelico di soldi e di posti”.
Secondo De Marco questa nuova Ipa che vede Treviso Comune capofila, non avrebbe alcuna solida ragione di esistere. “O si apre ad un ragionamento con tutti i comuni di un territorio omogeneo davvero e a tutte le categorie economiche e sindacali, oppure è giusto chiedere alla Regione che non riconosca una simile porcheria. Chiediamo che la Provincia di Treviso dica la sua, perché non è possibile che si intenda produrre una sorta di Provincia bis guidata dal Comune di Treviso, come indica anche il pretenzioso nome di Marca trevigiana, senza presenza di minoranze e perciò ancor meno democratica, e illegittima secondo la legge regionale” conclude il coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia Libertà. Sul tema dice la sua anche il sindaco di Casier, Daniela Marzullo.
“Marca trevigiana o Marca leghista? Non è certo una novità, semmai si conferma una prassi leghista che non si fonda su motivazioni economiche ed istituzionali, ma tende a condizionare all’appartenenza politica anche strumenti fatti per favorire sinergie ed economie di scala a livello territoriale” prosegue Marzullo (nella foto) che sottolinea che Casier e Zero Branco, Silea, Carbonera e Casale non sono stati nemmeno interpellati mentre avrebbero con evidenza dato a questa area maggiore omogeneità e senso. Casier, ad esempio, che sta tra Treviso, Preganziol e Mogliano di fatto interrompe la contiguità territoriale tra il capoluogo e gli altri due comuni inseriti nel progetto; per non dire che Silea, Casier e Casale certamente insistono, come Quinto e Treviso, sull’asta del Sile.
“Ma agire in questo modo vale solo per chi ragiona in termini Istituzionali e non partitici. Nessuna volontà da parte nostra di lamentarci per l’esclusione, ma sollecitiamo una riflessione.Riteniamo infatti che correttezza e trasparenza istituzionale richiedano che vengano almeno esplicitate pubblicamente le motivazioni e le logiche relative alla scelta dei comuni da inserire nell’Ipa. Noi, francamente, non riusciamo a vederci altro che il solito clientelarismo che per la Lega è prassi. Vorremmo essere smentiti perché queste logiche di esclusione del “diverso” non potranno mai realizzare davvero l’obiettivo di una “Grande Treviso”.