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28 dicembre 2024

Treviso

“Pazza idea della Lega”

Il gruppo Consiliare Amministratori di Marca interviene sulla vendita del Sant’Artemio

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

“Pazza idea della Lega”

TREVISO - “La pazza idea di Marcon di vendere il Sant’Artemio al miglior offerente non ci piace”. Lo dice il gruppo consiliare provinciale Amministratori di Marca, in merito al dibattito in atto all’interno della maggioranza tra il presidente della Provincia Stefano Marcon, il segretario della Lega Da Re, il direttore generale dell’Usl Francesco Benazzi e sindaco di Treviso Mario Conte.

“Opinioni legittime ma esclusivamente personali - spiega il gruppo - considerando che il complesso del S. Artemio è un bene pubblico e la sua destinazione dovrà essere decisa collegialmente”.

Amministratori di Marca ricorda che la proprietà dell’area è rimasta pubblica e questo era l’obiettivo fondamentale di ogni iniziativa nel tempo promossa da privati ed associazioni. Ricorda anche “il piano finanziario proposto all’epoca dell’intervento (anno 2004) dall’amministrazione leghista è stata quella di mettere in vendita un’enorme fetta del proprio patrimonio in centro storico e contestualmente effettuare un importante indebitamento fino al 2034”.

“Riteniamo necessario - scrive il gruppo amministratori di Marca - aprire un confronto tra gli amministratori sul futuro del S. Artemio che dovrà rimanere a destinazione pubblica e non oggetto di scelte speculative, in una fase in cui peraltro il destino dell’ente provincia è ancora incerto dopo la riforma “Delrio” e l’indecisione di questo attuale governo che sul futuro delle province non ha ancora legiferato. Proprio per l'incertezza del ruolo di questo ente, nel caso si trovasse un acquirente per S. Artemio, in quale sede sarebbe trasferiti i 250 dipendenti?”.  E poi ci sono i costi, sostenuti e da sostenere.

“Ricordiamo che la scelta fatta dall'allora presidente della Provincia Luca Zaia di recuperare l'ex ospedale psichiatrico e definirne un uso pubblico con un progetto che doveva costare 65 milioni di euro ed alla fine è lievitato facendo perdere alla provincia importanti "pezzi" dal valore immobiliare”. “Alla luce anche di questi aspetti, pensiamo che la Provincia dovrebbe fare un operazione inversa ossia: per sostenere i costi di gestione di una cittadella blindata e faraonica dovrebbe aprire il più possibile ai servizi: accogliere per esempio gli ordini professionali e le associazioni di categoria, sfruttare la posizione decentrata e la dotazione buona di parcheggi, fare un operazione di rilancio del patrimonio che ha a disposizione”.

 



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Isabella Loschi

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