25 APRILE "Il vecchio fascismo non è morto, è ancora in Parlamento"
Per il presidente provinciale dell'Anpi, Giuliano Varnier, Forza Nuova, Casa Pound e altre andrebbero per legge messe al bando. "Ma non direi che sia venuto meno l’interesse per i valori dell’antifascismo".
TREVISO - Lo scorso anno la festa della Liberazione è caduta nel bel mezzo del lockdown. Oggi, 25 aprile un anno dopo, dalla pandemia continuiamo a fare esperienza di quanto difficile sia liberarci dalle cose più brutte. Giuliano Varnier è il presidente provinciale dell’Anpi.
C’è chi sostiene sia retorico io ricordo della Liberazione...
Non lo è perché si ricorda una pagina tragica della storia umana: due dittature, la fascista e la nazista, avevano soffocato ogni spazio di libertà con la violenza e l’assassinio, e avevano esportato il loro modello in altri Paesi d’Europa. Con i lager avevano raggiunto il vertice della crudeltà. E poi avevano scatenato una guerra mondiale sanguinosa, con i loro alleati giapponesi, che è costata quali 60 milioni di morti. Ricordare questo già ha un significato in un mondo pieno di conflitti (ce ne sono oltre sessanta tra alta e bassa intensità oggi nel mondo, e dietro ci sono sempre gli interessi di grandi potenze). Questo è già una ragione importante per ricordare e per lottare.
Ma oggi questa Festa civile che cosa continua a dirci?
C’è una ragione più profonda che riguarda l’oggi e il nostro futuro. La Resistenza non fu soltanto, e già sarebbe importante, un modo di sconfiggere delle dittature brutali, una lotta per liberare il Paese dagli invasori nazisti, ma fu una lotta che, pur mettendo insieme anime diverse e obiettivi non assonanti, puntava, almeno nella visione delle forze più avanzate, a non ritornare alla forma elitaria del vecchio stato liberale, che aprì la strada al fascismo. Questa era la visione delle forze della sinistra, ma anche nelle componenti più sensibili al nuovo presenti nella democrazia cristiana: penso a La Pira e a Dossetti. Si trattava di portate i ceti popolari a non rimanere subordinati, a farli diventate protagonisti del nuovo Stato.
Uno Stato fondato su una nuova Costituzione
La Costituzione, i suoi principi fondamentali, sono l’approdo di questo impegno. Dobbiamo dire che tutti i contenuti della Costituzione sono ancora lontani dall’essere realizzati. Ecco perché oggi si ripropone quella lotta. Perché la battaglia non è conclusa. Negli anni ci sono stati progressi, ma anche passi indietro. Le forze del passato sono ancora vive ed attive anche se non nelle forme delle dittature sconfitte.
Il virus fascista rappresenta ancora un pericolo a tanti anni dalla fine della Guerra?
La reazione si propone sempre in forme diverse. Il vecchio fascismo certamente non è morto, ma è ancora presente in forze conservatrici che hanno voce in Parlamento. Certe organizzazioni, da Forza Nuova a Casa Pound, apertamente neofasciste, andrebbero per legge messe al bando, come si fece durante gli anni del terrorismo con Ordine Nuovo di Rauti ed Avanguardia Nazionale, dopo Piazza Fontana e il fallito golpe Borghese. Purtroppo questi raggruppamenti trovano invece protezione da parte di alcune componenti dell’attuale Parlamento. Auspichiamo che la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal comune di Stazzema, la città martire che vide trucidate dai nazifascisti centinaia di persone, trovi ascolto in Parlamento e che il nazifasismo e la sua propaganda vengano messi al bando.
Non alligna forse in certi stili e toni della politica dei nostri tempi?
Il pericolo maggiore viene certamente da chi vuole impedire una piena attuazione dei principi costituzionali, da chi approfitta anche della pandemia per soffiare sul fuoco dei disagi evidenti, da chi in sostanza punta a costruire un sistema isolazionista, antieuropeo, profondamente conservatore. Salvini e Meloni tanto per capirci. Questi sono un pericolo perché propongono l’esatto contrario di ciò che sta scritto nella Costituzione. Questi disagi sono cavalcati dalle destre. Lo si è visto anche nel voto della Lega dell’altro giorno in consiglio dei ministri. La sinistra sembra impacciata, incapace di risposte coerenti e soprattutto incapace di un progetto che coinvolga larghi strati di popolo.
Avverte sensibilità ai valori dell’antifascismo nelle giovani generazioni?
Se pensiamo agli anni’60 e ’70, con le grandi lotte studentesche e operaie, certamente c’è un arretramento. C’è anche disinteresse. Non ci sono più i grandi partiti di massa con la loro azione di formazione e di informazione. Ma non direi che sia venuto meno l’interesse per i valori che l’antifascismo incarna. In queste settimane, nonostante la pandemia, ci sono tante iniziative in tutta Italia e anche in provincia di Treviso. E spesso i giovani sono partecipi e protagonisti.
L’impegnò dell’Anpi?
È orientato ad inverare quei valori che sono alla radice della Resistenza e che sono sanciti dalla Costituzione. Purtroppo dobbiamo fare anche opera di supplenza. I partiti che dicono di venire dalla tradizione della Resistenza, spesso se ne dimenticano. Se non ci fosse l’Anpi a ricordarglielo spesso si dimenticherebbero che il 25 aprile è giorno sì di festa, ma anche di lotta e di memoria.
Come celebrerete questo 25 aprile?
Nonostante le restrizioni, che rispettiamo, abbiamo chiesto alle Amministrazioni comunali di ricordare ciò che la giornata significa. Ceramente rispettando le norme anticovid, ma all’aperto. In molte città ci sono iniziative volte a ricordare chi ha combattuto o è morto per la nostra libertà. A Treviso l’Amministrazione porterà i fiori alle lapidi che ricordano il sacrificio di tanti partigiani, ma ha deciso di fare una celebrazione minimalista. Nessuna presenza in piazza, ma solo una cerimonia alla chiesetta del cimitero. Questi sono sempre per aprire tutto, ma non la voce della Resistenza.
Iniziative anche da remoto?
Una iniziativa con la Cgil su lavoro e Resistenza oggi; abbiamo aderito ad una iniziativa della Cisl per ricordare a Castelfranco Tina Anselmi, antifascista e staffetta partigiana. Abbiamo avuto un messaggio per l’Anpi di Conegliano, che abbiamo diffuso, da parte di don Ciotti, il fondatore di Libera. Abbiamo contribuito a far conoscere dei libri sui valori dell’antifascismo. E tante altre iniziative. E abbiamo visto che i valori dell’antifascismo sono tutt’altro che morti. Anzi stanno prendendo nuovo vigore.