34enne ucciso a fucilate dal padre
Anni di tensioni sfociano in un drammatico epilogo
Una notte di terrore ha sconvolto Ornavasso, nell'Ossola, quando un padre di 63 anni, Edoardo Borghini, ha ucciso il figlio Nicolò, 34 anni, con un colpo di fucile. La tragedia, che si è consumata intorno alle 22:15 nella villetta di famiglia in via della Conciliazione, è il culmine di anni di tensioni causate dalla tossicodipendenza del giovane.
Un rapporto familiare logorato dalla droga
Secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo e della stazione di Premosello, il dramma si è consumato al termine dell'ennesima lite familiare. Nicolò Borghini, noto alle forze dell'ordine per precedenti di polizia, avrebbe manifestato nel tempo comportamenti violenti nei confronti dei genitori, esasperati dalle continue richieste di denaro per sostenere la sua dipendenza.
Nonostante il tempestivo intervento del 118, per Nicolò non c'è stato nulla da fare. Il padre, Edoardo Borghini, è stato immediatamente arrestato e si trova attualmente in caserma, dove viene interrogato dal pubblico ministero Laura Carrera, giunta sul luogo del delitto per coordinare le indagini.
I Carabinieri hanno sequestrato l'arma del delitto insieme ad altri quattro fucili, tutti regolarmente detenuti da Edoardo Borghini. L'abitazione è stata posta sotto sequestro e nelle prossime ore verranno effettuati ulteriori sopralluoghi per i rilievi tecnici necessari all'indagine.
Questo tragico evento riaccende i riflettori sul problema della tossicodipendenza in Italia e sul suo impatto devastante sulle famiglie. Secondo i dati più recenti del Dipartimento Politiche Antidroga, nel 2021 sono state oltre 130.000 le persone in carico ai servizi per le dipendenze, con un'età media di 41 anni.
La storia dei Borghini non è purtroppo un caso isolato. Molte famiglie si trovano ad affrontare situazioni simili, divise tra l'amore per i propri cari e la disperazione causata dalla dipendenza. Gli esperti sottolineano l'importanza di un approccio integrato che coinvolga non solo il tossicodipendente, ma l'intero nucleo familiare, offrendo supporto psicologico e sociale per prevenire escalation di violenza come quella avvenuta a Ornavasso.