TREVISO - Il comitato dei cittadini residenti nei pressi dell’aeroporto Antonio Canova di Treviso e l’Associazione Italia Nostra ha sollevato dei dubbi su alcune irregolarità e violazioni di alcune leggi in materia di tutela ambientale, facendo ricorso al TAR, per avere una risposta sulla regolarità dei lavori di ristrutturazione e ampliamento che si stanno svolgendo nell’aeroporto. «La nostra Associazione» - introduce il vicepresidente Umberto Zandigiacomi - «è da sempre contraria ad un uso intensivo dell’aeroporto di Treviso che in dieci anni ha avuto uno sviluppo che ha stravolto le caratteristiche di questa struttura, che non possono essere prese alla leggera e che hanno sicuramente un impatto sul territorio».

^{Comitato: Avv.Mirante, al centro Presidente Faraoni e Vicepresidente Italia Nostra Zandigiacomi}

In particolare spiega durante la conferenza stampa Dante Faraoni, presidente del comitato «vogliamo avere una valutazione di impatto ambientale, sia per il tipo di territorio sia per le caratteristiche del tipo di intervento che vogliono fare, visto che il presidente di Save e AerTre gestore dello scalo trevigiano, ha comunicato che avrebbero aumentato il numero di passeggeri a oltre 5 milioni e triplicato i voli». Vicino si trovano due importanti centri abitati, quello di Treviso e quello di Quinto di Treviso, per un totale di circa 20 mila abitanti nel raggio di un chilometro e mezzo dall’aeroporto, unico caso in Europa. «Inoltre» - continua Faraoni - «le zone limitrofe sono aree protette come il parco del Sile, riconosciute dalla normativa comunitaria, ed il territorio sottostante la pista è ricco di risorgive, senza contare che le piste dovrebbero per sicurezza essere seguite e precedute da 240 metri di spazio libero» che allo scalo trevigiano attualmente mancano.

Inevitabilmente sarà impossibile la riapertura ad ottobre com’era stata annunciata precedentemente, i tempi di attesa per la riapertura dell’aeroporto si allungheranno di molto visto che per avere una valutazione occorreranno due anni di verifiche. Nel migliore dei casi si dovrà attendere almeno fino al 19 gennaio giorno in cui si avrà la sentenza dal TAR.