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05 dicembre 2024

Treviso

Aggrediti dodici gay al mese. Serve la legge per fermare la spirale di violenza

"Siamo al 35esimo posto in Europa per inclusione sociale delle persone lgbt+, tra Lituania e Ucraina" - dichiara a OggiTreviso l'on. Alessandro Zan, relatore della legge ferma al Senato

| Roberto Grigoletto |

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Aggrediti dodici gay al mese. Serve la legge per fermare la spirale di violenza

TREVISO - Negli ultimi dieci anni le aggressioni nei confronti di persone omosessuali sono state state dodici al mese. 179 casi nel 2020 pandemico (15 al mese). Nel mese scorso 14 i casi: l’ultimo di febbraio a Roma, alla fermata del metrò di Valle Aurelia, nei dintorni del Vaticano. Due ragazzi presi a calci e pugni e insultati per essersi erano baciati. La vicenda, ma soprattutto le statistiche della violenza omofobica, reclamano l’urgenza dell’approvazione della legge sull'omotransfobia anche da parte del Senato, dopo essere stata licenziata dalla Camera. A presentarla il deputato padovano del Pd Alessandro Zan, che abbiamo intervistato.

Aggressioni e violenze nei confronti degli omosessuali non sono fatti episodici ma ripetuti e gravi. Pare che non vi sia però tutta questa consapevolezza nella opinione pubblica.

La dimensione del fenomeno è drammatica, e dobbiamo considerare l’enorme under reporting rispetto a quanto emerge. L’assenza di una fattispecie penale ad hoc impedisce una stima reale dei casi di omotransfobia. L’opinione pubblica sta cambiando atteggiamento e c’è una sempre crescente domanda di diritti verso la politica e le istituzioni. Il benaltrismo di chi non vuole la legge contro l’omotransfobia trova sempre meno spazio nella società civile.

La sua legge è stata approvata alla Camera: cosa prevede?

Il provvedimento è sostanzialmente diviso in due parti: la prima, sulla modifica del codice penale, va a estendere la legge Reale-Mancino ai crimini commessi per motivi riguardanti l’orientamento sessuale, il genere, il sesso, l’identità di genere e la disabilità delle vittime, emendando gli articoli 604 bis e ter; la seconda parte, già approvata attraverso un emendamento al Decreto Agosto, stanzia 4 milioni di euro all’anno per la creazione su tutto il territorio nazionale di centri antidisrciminazione e case rifugio per le vittime di questi crimini o per chi, ad esempio, viene cacciato di casa solo perché gay, lesbica o trans.

Perché è bloccata al Senato? Ora anche il nuovo segretario Pd Letta ha chiesto di accelerarne l’approvazione definitiva.

Chiaramente l’emergenza Covid ha rallentato tutti i lavori parlamentari, la conversione della decretazione d’urgenza, ad esempio, ha sempre la precedenza. Anche il cambio di governo e la maggioranza che lo sostiene hanno rallentato l’iter di approvazione. Ma sono fiducioso, perché le forze politiche che hanno sostenuto la legge alla Camera lo faranno altrettanto convintamente anche al Senato. Il Partito Democratico è certamente il propulsore del provvedimento, e il neo Segretario Letta ha confermato questo impegno. Ma proprio in queste ore anche alcune senatrici e senatori di Forza Italia hanno dato il loro sostegno alla legge: questo fa ben sperare, perché deve essere una conquista per tutta la società, senza colori politici. I diritti sono di tutte e di tutti.

Perché ancora tutto questo odio che si traduce in violenza nei confronti delle persone omosessuali?

Il nostro Paese è ancora molto indietro sull’inclusione e l’educazione al rispetto di tutte le differenze: siamo al 35esimo posto in Europa per inclusione sociale delle persone lgbt+, tra Lituania e Ucraina. È davvero inaccettabile che l’Italia, membro fondatore dell’Unione Europea, sia ancora così indietro. Questa arretratezza si traduce ancora troppo spesso in odio, e quindi in violenza. Dobbiamo mettere la parola fine a questo ritardo e collocarci nell’Europa dei diritti, non dei sovranisti omofobi e misogini, come in Ungheria e Polonia.

Non pensa che sul tema pesi molto l’acquiescenza nell’opinione pubblica, nel mondo della cultura e anche in Parlamento?

Sì. Nei paesi occidentali più evoluti, ad esempio negli USA, i personaggi più in vista della cultura, dello spettacolo e dello sport, fanno proprie le cause per i diritti civili, mettendoci la faccia in prima persona, con coraggio, senza retorica e aldilà delle posizioni politiche. In Italia questo accade solo in minima parte e dunque è molto complesso far davvero comprendere quanto sia fondamentale un provvedimento come questo.

Che cosa pensa della indisponibilità della Chiesa cattolica alla benedizione per le coppie gay nonostante qualche apertura dei mesi scorsi da parte dello stesso Papa?

Da legislatore e membro della più importante istituzione laica del Paese, il Parlamento, posso solo prendere atto della decisione della Chiesa, che tuttavia non deve e non può influire nelle tutele che uno Stato deve garantire a tutti i suoi cittadini. Mi rammarico però di constatare come ancora la Chiesa Cattolica abbia forti resistenze a prendere coscienza della realtà e della società che sta intorno a noi. Però la reazione contraria di molti vescovi in tutto il mondo alla decisione è un chiaro segnale che anche nella Chiesa c’è una grande discussione a riguardo.

 


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Roberto Grigoletto

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