Al posto dell’Indesit arriva la Sech e assume 5 ex operai
Chiuso il comitato tecnico. Chiesta la cassa integrazione in deroga fino a fine anno per chi ancora non ha trovato lavoro
| Claudia Borsoi |
REFRONTOLO – A tre anni dalla chiusura dello stabilimento Indesit di Refrontolo, sono ancora 15 i lavoratori dell’azienda di elettrodomestici a non aver trovato un lavoro. A fine luglio scadrà la cassa integrazione; sindacati, azienda e regione hanno chiesto al Ministero una proroga dell’ammortizzatore sociale fino a fine anno. Per cinque di questi lavoratori, a breve, si apriranno le porte della Sech Costruzioni Metalliche, azienda pievigina che occuperà, nei prossimi mesi, un quarto del capannone ex Indesit di via Crevada per potenziare così la sua produzione.
«Oggi un imprenditore che investe in Italia è un eroe» afferma Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro, stamane a Refrontolo per l’ultimo incontro del Comitato Tecnico per Indesit Company che negli ultimi tre anni, ogni quattro mesi, si è incontrato per fare il punto sulla ricollocazione dei lavoratori e sulla reindustrializzazione dell’area. L’eroe, a cui Donazzan si riferisce, è l’azienda Sech.
«E’ stato un piano di accompagnamento basato su riqualificazione, ricollocazione e reindustrializzazione – afferma l’assessore -, un’azione che voglio mettere tra le buone pratiche del Veneto». La Regione, in questi tra anni, ha seguito da vicino il caso Indesit insieme a sindacati, comune e azienda. 76 ex dipendenti hanno trovato una sistemazione, chi ha beneficiato di incentivi per l’esodo, chi è andato in pensione, chi ha trovato una nuova occupazione, 3 hanno rinunciato al percorso di ricollocazione. Mancano all’appello 15 lavoratori, dodici uomini e tre donne, sette di loro hanno tra i 30 e i 50 anni. Con l’assunzione da parte della Sech di cinque ex Indesit e l’avvio del percorso come esodati di sei over 50, il problema di collocamento rimarrebbe dunque per quattro persone.
Tra settembre e ottobre cinque ex Indesit potrebbero iniziare a lavorare alla Sech Costruzioni Metalliche che da Pieve di Soligo si trasferirà a Refrontolo. «La prossima settimana firmeremo il rogito per il capannone – spiega Alessandro Cesca della Sech spa –, poi non appena avremo il nuovo sito procederemo con le assunzioni». L’azienda specializzata in carpenteria metallica, con all’attivo lavori come lo stadio San Siro, la stazione di Porta Susa a Torino e il nuovo campus di Manchester, cantieri in Italia e all’estero, avrà a disposizione 5.500 metri quadrati per la produzione e 400 metri quadrati per gli uffici nel sito che un tempo era occupato dalla Indesit.
«Chiudere è sempre una sconfitta – ammette Alberto Sportoletti, dell'Advisor Sernet che ha curato per Indesit il programma di reindustrializzazione e ricollocamento dei lavoratori – ma chiudere con un atteggiamento socialmente responsabile fa la differenza». Presente a Refrontolo anche Alessandro Pagano della Cgil Fiom nazionale che sta seguendo il caso Indesit: «Il 12 luglio alla Indesit di Fabriano ci sarà uno sciopero a cui parteciperanno anche gli ex lavoratori di Refrontolo – spiega -. Ci incontreremo anche con l’azienda (oltre 1.400 gli esuberi recentemente comunicati in tutti i siti italiani ndr) per contrastare il piano che va cambiato: la produzione deve rimanere in Italia, non delocalizzata in Turchia e Polonia».