Ambulatorio codici bianchi: "Esperienza che funziona"
Ivan Bernini della Fp Cgil interviene sulla riorganizzazione del pronto soccorso di Treviso
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Riorganizzare strategicamente l’accesso al Pronto soccorso utilizzando le competenze e le professionalità presenti sul territorio significa offrire un servizio alla collettività”. Questa la posizione espressa da Ivan Bernini, segretario generale Fp Cgil di Treviso, relativamente all’apertura dell’ambulatorio codici bianchi nei Pronto Soccorso delle Usl trevigiane, a partire dalla Usl9 di Treviso, che lunedì farà partire i lavori di riorganizzazione dell’area urgenze per realizzare quello che correttamente si chiama “Ambulatorio di triage avanzato o Area Infermieristica avanzata”.
Un’operazione che però non è stata condivisa dai medici condotti della Fimmg che ha espresso parere contrario sul potenziamento dell’ambulatorio dei codici bianchi, ritenendolo “non equo, ingiusto, nonché un doppione”. “Noi siamo d'accordo a fare le medicine di gruppo integrate, lo chiediamo da anni, ma non a creare doppioni in Pronto Soccorso che, anziché contenere la domanda, la aumentano e con essa gli intasamenti” ha spiegato il sindacato Fimmg in una nota.
“L’avvio di tale procedura, che nel trevigiano rappresenta una prima sperimentazione, è stata promossa dal Coordinamento Regionale Emergenza e Urgenza che ha istituito un tavolo composto da un Medico e da un Infermiere per ogni Unità Operativa di Pronto Soccorso del Veneto ed elaborato un documento di indirizzi tecnico-operativi. Si tratta quindi di interventi e procedure che medici e infermieri che operano nell’emergenza hanno inteso e indicato come utili”- ha sottolineato il segretario generale FP Cgil di Treviso. “La levata di scudi di parte dei medici - aggiunge Bernini - non tiene conto che il progetto è stato elaborato da loro colleghi ospedalieri che quotidianamente operano nel campo dell’emergenza-urgenza insieme agli infermieri, professionisti laureati e preparati. Gli stessi infermieri che gestiscono l’emergenza e che decidono la priorità di presa in cura e fanno una prima e veloce diagnosi, quelli che stanno dietro al telefono del 118, gli stessi che, sulla base dei protocolli, possono somministrare farmaci”.
“La polemica dunque non ci sta - sbotta Bernini -. Certo anche la Direzione Strategica, da un certo punto di vista, ci ha messo del proprio, ma resta saldo che il triage di accesso nasce proprio per migliorare e organizzare al meglio gli interventi nei Pronto Soccorso, riconoscendo e valorizzando il lavoro d’equipe professionale che Medici, Infermieri e Operatori sono chiamati a svolgere”.