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21 ottobre 2024

Treviso

Caos fuori dal pronto soccorso di Treviso: maxi rissa tra famiglie rom

Bottiglie volanti e urla fuori dall'ospedale Ca' Foncello

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

pronto soccorso treviso

TREVISO - La tranquillità del pronto soccorso dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso è stata bruscamente interrotta ieri sera da una violenta rissa tra famiglie rom, aggiungendo un nuovo capitolo alla preoccupante escalation di violenze che sta interessando le strutture sanitarie italiane.

 

L'episodio, avvenuto intorno alle 19, ha visto protagoniste alcune famiglie rom che da giorni stazionavano nei pressi dell'ospedale in attesa delle dimissioni di un parente operato. Quello che è iniziato come un semplice alterco è rapidamente degenerato in una colluttazione che si è estesa fino alla rotonda antistante l'ospedale, coinvolgendo diversi membri delle famiglie.

 

Testimoni oculari hanno descritto scene di puro caos, con bottiglie lanciate in aria, urla e spintoni che hanno creato momenti di panico tra i passanti e i pazienti in attesa. La situazione ha richiesto l'intervento immediato delle forze dell'ordine per riportare la calma e garantire l'accesso alla struttura ospedaliera.

 

Questo incidente si inserisce in un contesto nazionale già teso, caratterizzato da un aumento allarmante di aggressioni al personale sanitario e episodi di violenza all'interno degli ospedali. Sebbene in questo caso fortunatamente non siano stati coinvolti operatori sanitari, l'evento sottolinea la necessità di misure di controllo per gatrantire la sicurezza nelle strutture ospedaliere.

 

Il governo italiano ha recentemente risposto a questa emergenza con un decreto legge che introduce l'arresto in flagranza differita per chi commette violenze contro il personale sanitario e aumenta le pene per i danneggiamenti nelle strutture ospedaliere. Il provvedimento, presentato dai ministri Schillaci e Nordio, mira a creare un forte effetto deterrente, che ovviamente non ci sarà, contro questi comportamenti inaccettabili. L'inasprimento delle pene non è mai stato un deterrente per questo tipo di criminalità.

 

Le nuove misure di sicurezza

 

Tra le novità introdotte dal decreto, spicca la possibilità di arresto obbligatorio in flagranza anche nelle 48 ore successive al fatto, se supportato da prove videofotografiche inequivocabili. Inoltre, è prevista l'adozione di linee guida per l'utilizzo di dispositivi di videosorveglianza nelle strutture sanitarie, nel rispetto della normativa sulla privacy.

 

Per quanto riguarda i danneggiamenti, le pene sono state inasprite: si passa da una reclusione di 6 mesi-3 anni a 1-5 anni, con l'aggiunta di una multa fino a 10.000 euro per chi danneggia strutture sanitarie durante episodi di violenza.

 

L'episodio di Treviso, pur non coinvolgendo direttamente il personale sanitario, evidenzia la necessità di un'attenzione costante alla sicurezza negli ospedali. In un momento in cui il sistema sanitario è già sotto pressione per mancanza di personale e risorse, eventi come quello di Treviso sottolineano l'urgenza di implementare misure efficaci per proteggere chi lavora per la salute pubblica e chi necessita di cure. 

 

 


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Carlo De Bastiani

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