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20 dicembre 2024

Treviso

ASILI PRIVATI, VERSO LA MOBILITAZIONE DEI GENITORI

A settembre non riapriranno 15 sezioni. A rischio chiusura le 237 scuole materne paritarie se il Governo non concede i fondi promessi

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

ASILI PRIVATI, VERSO LA MOBILITAZIONE DEI GENITORI

TREVISO – Sono sempre più preoccupati i genitori dei bimbi che frequentano le scuole materne private visto che il Governo non ha ancora fatto pervenire i fondi per consentire il proseguimento del servizio. E sono molto preoccupati anche i vescovi delle diocesi della nostra provincia, mons. Gianfranco Agostino Gardin, alla guida della diocesi di Treviso, e mons. Corrado Pizziolo pastore a Vittorio Veneto.

Il 20 giugno, a Casa Toniolo a Treviso, erano presenti anche i due alti prelati al vertice straordinario fra i dirigenti e gli operatori della Fism (Federazione italiana scuole materne) convocato per parlare dell'emergenza scuole materne. Se non arrivano i soldi, 245 milioni di euro corrispettivo della vendita delle frequenze televisive, peraltro non ancora avvenuta, ben 1.200 scuole venete  (molte delle quali nella nostra provincia) e non solo non riusciranno a riaprire a settembre.

Da sin: Frare, il prefetto Adinolfi e don Velludo

Ed è già certo che nel trevigiano a settembre mancheranno all’appello 15 sezioni. Molti genitori, infatti, non ce la fanno più a pagare la retta che ora grava su di loro al 60%, mentre qualche anno fa era del 40%. Giancarlo Frare (nella foto), presidente provinciale della Fism,  sempre più in prima linea nel denunciare la situazione, annuncia per ottobre una mobilitazione regionale che, se troverà pieno sostegno della maggior parte dei genitori, si svolgerà anche a livello provinciale.

La mobilitazione coinvolgerà anche la comunità cristiana e le parrocchie nelle due diocesi. Intanto stanno partendo, anche da Treviso, come da tutto il territorio nazionale delle cartoline indirizzate a Berlusconi, Tremonti e Gelmini per chiedere loro di mantenere gli impegni economici presi e per manifestare il diritto di scelta educativa da parte dei genitori. Frare fa notare che allo Stato le scuole paritarie costano meno di quelle pubbliche per il diverso trattamento economico assegnato alle maestre che guadagnano meno delle loro colleghe che insegnano negli asili pubblici.

Il presidente della Fism provinciale sottolinea anche che se le scuole paritarie dovessero chiudere, per sopperire alla mancanza di questo prezioso servizio lo Stato dovrebbe impegnare maggiori risorse rispetto ai fondi che versa a titolo di contributo, senza contare agli costi per realizzare le nuove strutture che ora appartengono alle parrocchie.

Due mesi fa, il 15 aprile, in Prefettura Frare con don Carlo Velludo, parroco a S. Angelo e coordinatore delle scuole materne di Treviso, hanno simbolicamente consegnato le chiavi delle scuole al prefetto, Aldo Adinolfi, al quale hanno chiesto sostegno per segnalare la grave situazione al Governo che rappresenta sul territorio. Le scuole materne private in provincia sono 237 e accolgono 20 mila alunni, ben l’80% di chi frequenta l’asilo. Danno lavoro a 1.500 maestre.

“Se chiudessero le scuole paritarie le maestre perderebbero il posto di lavoro e questo comporterebbe anche alti costi sociali. Lo Stato negli ultimi hanno sta sempre più tagliando risorse alle scuole paritarie, non rendendosi conto che si tratta di un servizi importante che se venisse meno dovrebbero sostituire offrendo strutture pubbliche con insegnanti pagate di più rispetto alle nostre maestre che in Veneto sono circa 10 mila. La nostra regione, in rapporto alla popolazione scolastica dei bambini dai 3 ai 6 anni, è quella che possiede una rete di scuole dell’infanzia non statali più diffusa e più radicata sul territorio".

Frare lancia un altro grido d’allarme. “Già ora molti genitori rinunciano a mandare i bambini all’asilo perché non riescono a far fronte alla retta, pagata al 60%, mentre chi frequenta le scuole pubbliche non paga nulla. I bambini perdono, così, un’importante occasione educativa, formativa e di socializzazione e questo è un problema non da poco perché li priva di importanti risorse per la loro crescita. Ci auguriamo – conclude Frare - che i fondi che ci sono stati promessi arrivino per tempo, altrimenti siamo pronti a scendere in piazza per far sentire ancora più forte la nostra voce”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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