Avere la testa nel pallone
Quando il pallone è una mongolfiera
| Tiziana Benincà |
SUSEGANA - Avere la testa nel pallone non ha un’accezione positiva, ma bisogna vedere di che pallone si tratta.
Alberto Pasin ha fatto del pallone il suo lavoro e dal 1995 pilota la mongolfiera.
Un desiderio nato quasi per caso, quando in barca a vela con alcuni amici ha immaginato come poteva essere ammirare il panorama dall’alto. “Sono rientrato a casa ed ho fatto il brevetto.” commenta Alberto “Di base lavoro sulle Dolomiti, ma ho volato in un sacco di posti e mi piacerebbe avere una mongolfiera fissa qui sulle colline.”
Sabato, infatti, è arrivato alle 6.00 di mattina per far volare una famiglia da Arcade, ma purtroppo il vento era troppo forte per alzarsi in volo “Prima di tutto c’è la sicurezza e quindi prima di ogni volo devo valutare le condizioni per capire se si può volare o meno.” Un sogno solo rimandato per potersi alzare sopra i vigneti e vedere il mondo dall’alto.
Alberto è arrivato con il suo equipaggio da terra, perché senza non si vola “Con la mongolfiera si sfruttano le correnti d’aria che non sai dove ti porteranno. Avere qualcuno che ci recuperi quando atterri è fondamentale.”
Certo montare e smontare una mongolfiera non è un gioco da ragazzi e sicuramente è meglio farlo almeno in due, visto che bisogna calcolare circa tre quarti d’ora prima del volo ed altrettanti dopo l’atterraggio.
“Normalmente si vola la mattina presto e la sera. Ci sono molti aspetti da valutare, anche perché la mongolfiera è molto grande, questa per esempio è alta sei piani.” continua Alberto.
Alla mia domanda su “Cosa ti piace di più del volo” risponde “Nel volo c’è una grandissima incognita, data dal paesaggio e dai passeggeri. La cosa che più mi piace è essere pilota, perché ho sempre un sacco di aneddoti da raccontare.”