Furto di energia elettrica: condanna definitiva per un 63enne
L’uomo aveva rimosso i sigilli dal contatore e in tre mesi ha causato un danno di circa 5.000 euro
VEDELAGO – È stato confermato dalla Cassazione il verdetto di condanna per un uomo di 63 anni accusato di aver manomesso un contatore Enel nel campo nomadi di via Caravaggio a Vedelago, al fine di rubare energia elettrica. L’imputato aveva rimosso i sigilli e sostituito il limitatore originale da 6 ampere con uno da 10, aumentando così la potenza e alterando l’erogazione dell’energia per oltre tre mesi, causando un danno di circa 5.000 euro. L'episodio risale a gennaio 2017, quando la manomissione fu scoperta durante un intervento congiunto tra polizia e tecnici Enel.
Nonostante il 63enne avesse presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il contatore fosse accessibile a chiunque e che la semplice intestazione dell'utenza non fosse sufficiente a provarne la responsabilità, la Corte ha respinto il ricorso, confermando la condanna e l’obbligo di risarcire il danno. Il furto, secondo i giudici, è stato chiaramente documentato dalla sostituzione del magnetotermico e dalla taratura del limitatore, che permetteva di prelevare energia direttamente dalla rete. L’inchiesta aveva inizialmente coinvolto anche la compagna e la figlia dell’uomo, ma entrambe sono state successivamente assolte. Il procedimento, iniziato nel 2016, ha portato alla condanna definitiva del 63enne, che dovrà anche sostenere le spese processuali.
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