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08 gennaio 2025

Treviso

BASTA IVA SULLA TIA

Lo chiedono Atalmi e Calesso, visto che è illegale. Gli esponenti di Sinistra trevigiana chiedono anche il “porta a porta” per Treviso

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Treviso - L’Iva sulla Tia è illegale: una battaglia che da tempo stanno portando avanti Nicola Atalmi e Luigi Calesso (Sinistra Trevigiana), nonostante una sentenza della Corte Costituzionale. “Sono passati mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’illegittimità dell’applicazione dell’Iva sulla tariffa rifiuti ma Trevisoservizi continua a rispondere negativamente alle richieste di rimborso dell’Iva pagata in questi anni dai cittadini ma non dovuta.

Sarà necessario ricorrere ai giudici che già, ad esempio a Venezia, hanno imposto alle aziende di smaltimento di rimborsare l’Iva agli utenti che ne fanno richiesta?” affermano Calesso e Atalmi. “Non vorremmo che, dopo averci fatto pagare l’Iva sulla Tia, quando scopriranno che non potevano imporcela, ci mettano anni a restituircela, come sta accadendo per il doppio canone fognario del cui rimborso non si vede l’ombra ad un anno e mezzo dalla sentenza della Corte Costituzionale che ne ha sancito l’illegittimità per le utenze non collegate al depuratore.

I due attivisti di Sinistra trevigiana sottolineano che a Treviso si paga già abbastanza per la raccolta rifiuti: “è ormai noto che a Treviso il costo dello smaltimento dei rifiuti è superiore del 25-30% a quello sostenuto dai cittadini dei Comuni limitrofi che sono associati nei consorzi per la gestione del servizio di raccolta. Cioè è dovuto al fatto che Trevisoservizi gestisce un bacino di utenza troppo piccolo per ottimizzare i costi dei mezzi necessari per lo svolgimento del servizio.

Per aumentare la differenziazione dei rifiuti da parte degli utenti Trevisoservizi e il Comune ci stanno riempiendo di decine di migliaia di fascicoletti”. La ricetta per pagare meno e avere anche vantaggi per l’ambiente, secondo Calesso e Atalmi è passare alla raccolta “porta a porta” e alla tariffazione del servizio sulla base della quantità di rifiuto non riciclabile conferito dall’utente: solo questa convenienza economica farà aumentare la differenziazione.

“L’eliminazione dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti in città è, inoltre, l’unico modo per porre fine al ‘turismo delle scoasse’ dei residenti in altri comuni che scaricano l’immondizia appunto nei cassonetti del capoluogo” dicono i due esponenti della sinistra che ricordano che il “porta a porta” in città è stata sollecitata anche dall’assessore provinciale all’Ambiente Fanton che risponde alla stessa maggioranza politica che governa a Ca’ Sugana.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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