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21 gennaio 2025

Treviso

Bordello di Sant'Agostino: in aula i clienti

Sentita anche una delle 20 ragazze che lavorava per la Zandonà

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Bordello di Sant'Agostino: in aula i clienti

TREVISO – Ieri mattina nuova udienza del procedimento penale a carico di Bruna Zandonà, la 64enne maitresse trevigiana finita alla sbarra per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

 

A rispondere alle domande del giudice una delle ragazze differenza che si prostituivano nell'appartamento a luci rosse di via Sant'Agostino, in pieno centro a Treviso, e di cinque clienti che l'hanno frequentato nel corso dei mesi, tutti sentiti come testimoni. Nel bordello, durante il giorno, lavoravano tre ragazze che ogni 15 giorni venivano sostituite da altre colleghe per mantenere l'interesse dei clienti. Se per i frequentatori della casa d' appuntamenti le domande sono state veloci, solo un paio per capire come avessero saputo dell'esistenza del bordello o se avessero mai incontrato altri clienti, mentre per l'ex squillo la deposizione è stata più articolata.

 

La ragazza sentita ha preso le difese dell'imputata, sostenendo di essere stata lei stessa a chiedere alla Zandonà (nella foto) di lavorare nell'appartamento a luci rosse per guadagnare soldi “facili”. La 28enne ha affermato di aver venduto il proprio corpo in quell'appartamento e di guadagnare dai 100 ai 150 euro a prestazione, ma ha negato di aver dato denaro alla maitresse o di essere stata costretta a esercitare la professione.

 

In aula è stato proiettato anche il famoso video de “Le Iene” da cui era nata l'inchiesta e portato la Zandonà a processo. I giudici hanno infatti visto il servizio realizzato da Luigi Pelazza il 9 aprile 2010 per il programma “Le Iene”, andato poi in onda il 14 aprile 2010 su Italia Uno, nel quale una certa Linda, dopo un litigio con Bruna Zandonà, aveva voluto denunciare pubblicamente il funzionamento del bordello di via Sant'Agostino. Il processo proseguirà a febbraio.  

 


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Isabella Loschi

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