Cassa integrazione insufficiente, molti costretti a licenziarsi
Manifestazione davanti all'Inps regionale stamattina di Veneto Imprese unite. Penzo Aiello: "Preoccupati di una nuova imminente stretta regionale".
NORDEST - Puntuali alle 9.30 davanti alla direzione regionale dell’Inps a Venezia. Come avevano preannunciato la settimana scorsa, imprenditori e lavoratori di Veneto Imprese unite, guidati da Andrea Penzo Aiello, si sono presentati questa mattina per ripetere che la cassa integrazione non basta per sopravvivere. Al punto che alcuni dipendenti si devono licenziare per cercare magari lavoro in settori che non risentono della crisi economica di questo periodo, come ad esempio nei supermercati. Penzo Aiello lo dice chiaro e tondo: “Questo comporta per numerosi settori la perdita di figure professionalmente formate e valide, compromettendo l’efficienza delle nostre aziende anche in fase di rilancio. Rischieremo, una volta che tutto sarà finito, di perdere terreno rispetto ai nostri competitor mondiali per il semplice motivo di non essere riusciti a tenere in azienda professionisti validi, con esperienza e passione”.
Le richieste sono quelle che Veneto Imprese unite non si stanca di ripetere: abbattimento del costo del lavoro, per salvaguardare l’organico anche dopo la fine del blocco dei licenziamenti e magari poter assumere in fase di rilancio post pandemia; rapidità nei pagamenti della CIG e CIG in deroga e recupero dei vecchi pagamenti arretrati; importi dignitosi per le casse integrazioni: “La scelta di tenere le attività chiuse e di conseguenza il personale in cassa integrazione non dipende dalle aziende, ma dalle scelte del governo, e non è concepibile che i nostri dipendenti si indebitino e rischino sfratto o pignoramenti per colpa dello Stato”.
Ma c’è dell’altro ancora che il mondo delle imprese venete rivendica. Penzo Aiello non dimentica infatti i lavoratori stagionali “prima dimenticati dallo stato e ora nuovamente penalizzati dalla chiusura degli impianti sciistici, avvenuta con vergognoso ritardo, oltre al terrore che di nuovo sta scuotendo le nostre aziende alla luce di una possibile nuova stretta regionale. In queste condizioni diventa fondamentale una riforma della CIG e CIG in deroga che accompagni indennizzi per le aziende e per gli imprenditori (senza distinzione di ATECO) penalizzati direttamente e indirettamente dalle prossime decisioni del Governo, e che questi provvedimenti arrivino contestualmente alle scelte sulle limitazioni stesse”.