CASTELFRANCO – Mentre la cittadinanza e il mondo dell’associazionismo si muove per impedire la vendita dell’area verde di via Lovara, a fianco dell’attuale cartiera, attraverso una raccolta firme nelle strade di Castelfranco, anche la politica fa sentire la propria voce.

Castelfranco Merita accusa senza mezzi termini la giunta guidata dal sindaco Stefano Marcon di spreco e danno ambientale per la messa in vendita dell’area di 25mila metri quadri (asta fissata il 22 dicembre prossimo). Per il gruppo di opposizione consiliare, il progetto di vendita è deleterio non solo dal punto di vista ambientale, con l’ennesimo cementificazione nella città del Giorgione, già ai primi posti in Veneto per consumo del suolo.

Il danno è anche e soprattutto sociale: l’area verde di via Lovara è “simbolo delle capacità di un territorio di rigenerarsi dal punto di vista naturalistico grazie all’azione e al coordinamento delle forze sociali che si sono scoperte attive per tutelarlo”. Si tratta dunque di un esempio concreto del 'valore di comunità', che ha visto coinvolti associazioni, istituti scolastici (come il Liceo Giorgione o l’istituto Martini), semplici cittadini che hanno saputo lavorare insieme per il benessere dell’area, soprattutto dopo l’edificazione dell’enorme stabilimento della ditta che si era aggiudicata gli 85mila metri quadrati confinanti.

“È ora di finirla di far cassa con il territorio – tuonano dall’opposizione –, i valori ecosistemici hanno oramai una contabilità riconosciuta che incide sulle stesse comunità che si propongono di amministrare. Queste operazioni di bilancio, di amministrazione dozzinale, sono il sintomo del degrado drammatico di una città ormai che vive solo del consumo dei propri beni pubblici”.

Castelfranco Merita invita dunque l’amministrazione Marcon a ritirare l’asta e i cittadini a firmare la petizione che i comitati stanno presentando alla comunità. “Quello che l’amministrazione Marcon ci presenterà da qui a tre anni dalle parti di via Lovara sarà addirittura peggio del 2011. Dopo la perdita degli 85mila mq e dei preventivati 25mila, almeno altri 75mila mq sono destinati all’alienazione, con impatti devastanti per il tessuto cittadino, specie con l’aumento del traffico a Campigo”.