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25 aprile 2024

Treviso

CGIL CHOC: "SCONTI E INCENTIVI PER EVASORI CHE SI AUTODENUNCIANO"

Ma la proposta lacera la Camera del lavoro

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

CGIL CHOC:

TREVISO – Meglio inchiodare gli evasori con verifiche e controlli per scovare anche l'ultimo centesimo di “nero” oppure provare a salvare capra e cavoli dando alle imprese che sgarrano una seconda possibilità e scongiurando il rischio che i loro lavoratori possano finire sulla strada? E' il dilemma che in queste ore sta lacerando la Cgil.

La segreteria trevigiana non ha dubbi: “Bisogna spezzare la catena di evasione – apre il segretario, Paolino Barbiero – mettendo le aziende in condizione di rispettare le regole ed evitando che scarichino le malefatte sui dipendenti”. Una ricetta inseguita praticamente dal dopoguerra. Ma come si può fare?

“Facendo degli accordi tra sindacati, associazioni di categoria e Guardia di finanza per offrire degli incentivi a chi si autodenuncia, con un sistema di sconti sulle multe – spiega – altrimenti ora si rischia che chi viene beccato paghi e poi chiuda, e questo allo Stato costerebbe molto di più in cassaintegrazioni”. Una sorta di scudo fiscale, insomma. E gli onesti? “Se c'è qualche imprenditore onesto, presentatemelo – sbotta Barbiero – potrebbe comunque esserci un meccanismo che li premia”.

La proposta, però, non è stata presa per niente bene dai vertici regionali del sindacato. “E' in assoluto contrasto con la linea della Cgil: l'evasione e il lavoro nero non possono trovare giustificazioni e, anzi, abbiamo chiesto forme ancora più incisive di lotta contro chi non paga le tasse – è la reprimenda del segretario veneto, Emilio Viafora – siamo preoccupati che le pratiche illegali finiscano per scaricarsi sulle spalle dei lavoratori, ma pensiamo non siano utili né condoni né altri sconti sulle sanzioni, semmai la percorribilità dei contratti di emersione a fronte di autodenunce di lavoratori in nero”.

Non basta. “Pensiamo sia anche responsabilità delle associazioni datoriali mettere in moto azioni di contrasto e sanzioni verso i propri associati che, violando le norme, alterano il mercato facendo concorrenza sleale – pone come punto fermo Viafora – perché l'evasione ha consentito non di difendere il lavoro ma solo di far arricchire una serie di soggetti che hanno messo in pratica delle vere e proprie ruberie”. E Barbiero? “Siamo pluralisti – conclude – spero che si riesca a spezzare questa catena”. Il dibattito è aperto.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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