02 dicembre 2024
Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: amore, relazione di coppia, separazione, eros, sesso, mistero, attaccamento, dipendenza
Roberto Lucchetta | commenti |
Quando si parla di relazioni, nella maggioranza dei casi il cemento delle coppie non è l’amore bensì l’attaccamento, un “tarlo” che ci portiamo dietro dall’infanzia sull’onda dei nostri bisogni di sicurezza, accettazione, comprensione, predominio…ognuno ha il suo.
Se l’amore concede alla persona amata di essere altro da noi, l’attaccamento richiede di sentirsi un tutt’uno. Se l’amore brama senza pretendere, l’attaccamento esige, reclama, rivendica, impone, pretende. Se l’amore è fantasia, apertura, movimento, l’attaccamento è possesso, limitazione, abitudine, stasi, che mira ad un “noi” cristallizzato in cui gli individui si annullano reciprocamente invece di tendere ad una crescita delle due individualità.
L’amore apre la mente e quando siamo nella fase dell’innamoramento niente ci è più estraneo del desiderio di indipendenza. Ma questo momento deve consolidarsi in un rapporto in cui l’essere individui indipendenti diviene fondamentale. Ciò non significa rifiutare il legame, ma accettare che anche all’interno della coppia più affiatata debba esistere un confine: quello che permette ad ognuno di essere se stesso.
L’attaccamento chiude la mente, alimentando solo dipendenza e disarmonia e, come scrive un saggio orientale, “la ricerca delle sicurezze non è altro che un attaccamento a ciò che è noto, e il noto è la prigione della nostra evoluzione. Dove non c’è evoluzione c’è stagnazione, disordine e decadenza”.
Quando un amore inizia è tutto entusiasmo, gioia ed energia, ma i rischi che si trasformi in un inferno o in una palude sono molti. Gelosia, paura della solitudine, eccesso di sacrificio, simbiosi, sono alcune delle trappole più comuni per trasformare il rapporto d’amore in attaccamento, entrando così in un percorso obbligato fatto di dipendenza, sopportazione e sotterfugi…fino alla crisi.
Se l’amore “sano” fa bene alla salute, quello “malato” rischia di provocare seri danni fisici. Stomaco e duodeno con bruciori, gastroduodeniti e ulcere saranno gli organi bersaglio di chi per amore fa troppe rinunce o non rompe mai solo per convenienza. La simbiosi nel rapporto predispone alle malattie indebolendo il sistema immunitario rendendolo più sensibile a virus e batteri. La gelosia innesca l’ansia, e la depressione non risparmia chi vive una storia chiusa tra noia e infantilismo.
“Uniti nella buona e nella cattiva sorte finché morte non vi separi”: una garanzia o una condanna? Considerare la durata come il traguardo principe cui tendere in amore, finisce col canalizzare tutta la nostra energia in operazioni di accomodamento reciproco che sviliscono la vitalità dell’eros. Invece l’amore vuole lo slancio, la fantasia, l’intensità del movimento. Il grande amore, un amore di passaggio, un’avventura…nasce l’incontro e subito cerchiamo di catalogarlo nell’archivio delle nostre esperienze, come se dovessimo dargli un nome per saperlo riconoscere e così poterlo vivere al meglio. Niente di più sbagliato! L’amore è quell’energia che ci consente finalmente di ribaltare l’ordine nel quale siamo incasellati e di aprirci ad un nuovo modo di essere. Definirlo significa decidere a priori la direzione verso cui ci condurrà, rendendolo così, prevedibile.
“Il sesso è la spia principale dello stato di una relazione.
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Il sesso è la spia principale dello stato di una relazione che nasce dal fascino del mistero, del nascosto. Impara a conservare i segreti e aumenterai il desiderio. È un mito da sfatare quello del doversi dire tutto, al contrario, più che complicità creerà dipendenza. Va bene raccontare quando una scelta è libera, ma si è liberi anche di non farlo. Solo così il piacere non diverrà mai dovere. Non raccontare tutto in maniera sistematica ci aiuterà a rinforzare la nostra autostima, liberandoci dal bisogno di consenso. Crea la distanza, momenti di lontananza, non solo per ravvivare l’intesa in una fase critica, ma proprio al culmine della passione, quando l’eros è al massimo. In questo modo potrai percepire la mancanza della persona che ami e il desiderio di essere di nuovo con lei. Ritrovarla sarà una festa!
Negli ultimi anni, le separazioni tra trentenni sposati da 1-2 anni, sono nettamente aumentate: una delle principali cause è il vertiginoso crollo della sessualità che prima del matrimonio veniva vissuta solo in momenti e condizioni particolari e cioè in vacanza con il supporto degli amici e/o di situazioni stimolanti. Calata nella routine della convivenza si spegne rapidissimamente.
“E se una storia deve finire, finisce.
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E se una storia deve finire, finisce. Trascinare i rapporti finti è la cosa peggiore. Riconoscerli, potrà farci lasciare al meglio. Per quanto possa esser forte la tentazione di analizzare i passaggi della storia che hanno portato al triste epilogo, evitate di tornare sull’argomento. Non sarà certo il capire a riportare sui proprio binari la complicità perduta. Evitare di attaccarsi al passato, per non cadere in inevitabili conflitti, conditi da lacrime, recriminazioni o patetici “amarcord”, è consigliabile rendere questa operazione il più asettica possibile.
Roberto Lucchetta
Dott. Roberto Lucchetta
Psicologo - Psicoterapeuta - Psicosomatista
Via M. Bertuol, 1
31020 - Frescada di Preganziol (Tv)
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