Donne che lavorano: a fine carriera 124.800 euro meno degli uomini
Lo ha stimato uno studio commissionato dalla Cisl di Treviso-Belluno, condiviso con otto Sindaci della Marca: "Sulla pensione peseranno anche i permessi non retribuiti e il part time".
TREVISO - Al webinar di due ore organizzato dalla Cisl di Treviso e Belluno sulla “disparità di genere” ha partecipato – per la prima volta nella Marca – un numero lusinghiero di sindaci e di assessori con delega alle Pari opportunità. Presenti le Amministrazioni comunali di Ponzano, Mogliano Veneto, Vazzola, Vittorio Veneto, Treviso, Spresiano, Motta di Livenza, Colle Umberto. “Tutti sorpresi e sinceramente impressionati dai dati dello studio commissionato dalla Cisl e realizzato da Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron , della Fondazione Corazzin” – asserisce Alessia Salvador, responsabile del coordinamento donne della Cisl di Treviso e Belluno.
Una inchiesta intitolata: “Il lavoro femminile e il gap salariale a Belluno e Treviso”, nella quale la disparità salariale donna-uomo risalta in tutta la sua evidenza: “Una donna guadagna in meno 1,50 al giorno, 60 euro alla settimana, 240 al mese e 3120 in un anno. Se infine calcoliamo sull’intera vita lavorativa (40 anni), il totale ammonta a 124.800 euro” – continua Salvador. Ma c’è dell’altro: peseranno, sulla pensione, i permessi non retribuiti e il part time a cui le donne ricorrono per poter badare alla gestione familiare, come durante quest’anno pandemico. “L’altro dato significativo è quello relativo al licenziamento che una donna su tre decide quando è nato il primo figlio”.
Il trend dell’occupazione nella Marca conferma l’aumento del divario: se nel 2008 lavora il 56,1% degli uomini e il 43,9% delle donne, nel 2020, al 59% degli occupati maschi corrisponde il 41% delle femmine. Mentre il livello di scolarizzazione decisamente più elevato (donne laureate al 16%, uomini al 12,9%) è inversamente proporzionale alla titolarità di aziende: 80% maschi e 20% femmine. “Ci sono Comuni che ammettono di non riuscire a incrociare domanda e offerta a supporto della genitorialità, incrementando ad esempio i posti negli asili nido. Tuttavia tutti i rappresentanti delle Amministrazioni che hanno partecipato al webinar si sono detti pronti a fare rete per ridurre la disparità di genere” – conclude Alessia Salvador.