EDIFICI IN SICUREZZA: «MANCANO I SOLDI»
I sindaci lanciano l'allarme alla regione
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - Non si è parlato solo di dati tecnici ieri, mercoledì, nel vertice sui boati del Fadalto indetto dalla Protezione Civile al Da Ponte e aperto a tutti i sindaci delle provincia di Treviso.
Sono stati proprio i sindaci a lanciare un grido d'allarme, invocando l'aiuto della Regione: «il patto di stabilità frena gli interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici».
A sottoporre il problema l'assessore ai Lavori Pubblici di Pieve di Soligo, Gino Lucchetta: «Lo scorso anno - ha evidenziato - abbiamo messo in sicurezza una scuola, ma noi oggi non possiamo pagare l'impresa a causa del patto di stabilità. Un'altra scuola necessita di un adeguamento e per questo lavoro possiamo per fortuna contare su un contributo regionale di 300 mila euro». Una situazione che accomuna Pieve a numerosi comuni trevigiani: a testimoniarlo l'applauso che i sindaci hanno fatto al termine dell'intervento di Lucchetta.
«Stiamo lavorando nella conferenza stato - regioni per svincolare i soldi - ha replicato l'assessore regionale Daniele Stival - ma il decreto "mille proroghe" ha bloccato tutto».
Un problema, quello della messa in sicurezza degli edifici, che, ha evidenziato il sindaco di Colle Umberto Giuseppe Donadel, «non riguarda solo quelli pubblici, ma anche le scuole private e, queste, sono lasciate sole: manca un sostegno finanziario per queste realtà affinchè intervengano sugli edifici».
Non solo messa in sicurezza degli edifici, ma anche più informazione è stata chiesta dai 31 tra sindaci e assessori presenti ieri al Da Ponte. «Dobbiamo capire anche noi - ha evidenziato Mariarosa Barazza primo cittadino di Cappella Maggiore - che cosa sta succedendo: la gente mi chiede se devono tenere pronto il kit: abbiamo bisogno di informazioni di prima mano». La preoccupazione delle gente non ha, infatti, conosciuto in queste settimana i confini comunali: tanti i sindaci che hanno ricevuto telefonate da parte dei loro cittadini.