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12 dicembre 2024

Elezioni politiche 2013

Guida al voto

Risultati Camera:   Nazionale   Veneto 2    Treviso

Risultati Senato:   Nazionale   Veneto    Treviso

 

COME SI VOTA - Alle elezioni Politiche del 24 e 25 febbraio si vota tracciando un solo segno, sul simbolo della lista prescelta, sia sulla scheda per la Camera che su quella per il Senato (se il cittadino elettore ha più di 25 anni).

Anche nel caso di liste che formano una coalizione, il segno va posto soltanto sul contrassegno del partito che si vuole votare. Domenica 24 sarà possibile votare dalle 8 alle 22, lunedì 25 dalle 7 alle 15. Non è possibile esprimere un voto di preferenza. La lista dei candidati, infatti, è bloccata: i nomi sono presentati e depositati seguendo un ordine prestabilito, che non è presente sulla scheda elettorale. I parlamentari risulteranno eletti seguendo il medesimo ordine, a seconda dei seggi ottenuti dal rispettivo partito.

IL SISTEMA ELETTORALE - La chiave del risultato elettorale è legata al Senato. Per Palazzo Madama la legge attuale prevede una ripartizione proporzionale dei seggi all’interno delle regioni, più un premio per la lista (o la coalizione) che ottiene la maggioranza relativa in ogni singola regione. Alla lista (o coalizione) che risulti di maggioranza relativa all’interno di ciascuna regione viene attribuito un numero di senatori pari ad almeno il 55 per cento del totale dei seggi assegnati a quel territorio, a meno che non le spetti comunque una quota superiore. Gli atri seggi vengono distribuiti, proporzionalmente, alle altre liste. Per partecipare all’attribuzione dei seggi bisogna superare uno sbarramento del 20 per cento dei voti per le coalizioni e uno dell’8 per cento per i partiti non coalizzati. All’interno delle coalizioni i voti sono ripartiti tra le liste aventi raggiunto almeno il 3 per cento dei voti. Più semplice il sistema elettorale per la Camera, dove il premio di maggioranza del 55 per cento viene assegnato su base nazionale, e così la suddivisione dei seggi rimanenti.

LE REGIONI CHIAVE - Decisive, per la maggioranza in Senato, saranno le regioni considerate in bilico dai maggiori sondaggisti: Lombardia (dove si assegnano 49 seggi a Palazzo Madama), Veneto (24), Campania (29) e Sicilia (25). Secondo le proiezioni il centrosinistra, per ottenere la maggioranza assoluta in entrambi i rami del Parlamento, può permettersi di perdere in Veneto, ma dovrebbe prevalere in tutte le altre tre regioni attualmente sul filo.

LE REGIONALI - Il 24 e 25 febbraio si voterà anche per il rinnovo di tre consigli regionali: Lazio e Lombardia, dove le amministrazioni in carica sono state travolte da recenti scandali giudiziari, e il Molise, con Tar e Consiglio di Stato che hanno annullato la consultazione svoltasi nel 2011 per vizi di forma nella presentazione di tre liste che appoggiavano Michele Iorio, eletto poi presidente.

 

ELENCO DEI CANDIDATI DI CAMERA (VENETO1)  E SENATO (VENETO)

LE INTERVISTE DI PIETRO PANZARINO


LE PRINCIPALI COALIZIONI


Coalizione di centro-sinistra

La coalizione di centro-sinistra, detta Italia. Bene Comune, è stata presentata il 13 ottobre da parte del segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, del presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola e dal segretario del Partito Socialista Italiano Riccardo Nencini. Il "candidato premier" (formalmente, secondo la legge elettorale "capo della coalizione") è stato designato mediante elezioni primarie a doppio turno, aperte ai cittadini italiani, anche non iscritti ai partiti che le hanno indette. I candidati Bersani, Vendola e inoltre Matteo Renzi e Laura Puppato, ambedue esponenti del PD, e Bruno Tabacci, in quel momento esponente dell'Alleanza per l'Italia, hanno partecipato al primo turno, il 25 novembre. Il ballottaggio del 2 dicembre ha indicato come capo della coalizione Pier Luigi Bersani, che ha prevalso su Renzi con il 60,9% dei voti. Per sopperire alla mancanza del voto di preferenza nel sistema elettorale, il 29 e 30 dicembre i due maggiori partiti della coalizione, PD e SEL, hanno svolto delle ulteriori primarie per determinare la gran parte dei componenti delle liste elettorali.vAlcuni candidati sono stati comunque decisi dalle segreterie dei due partiti.

La coalizione Italia. Bene Comune partecipa alle elezioni con le liste del Partito Democratico (comprendente alcuni candidati del Partito Socialista Italiano), di Sinistra Ecologia Libertà (che in Trentino-Alto Adige include i candidati dei Verdi del Sudtirolo/Alto Adige) e del Centro Democratico.Fanno parte della coalizione anche altre liste, presentate solo in alcune circoscrizioni del Senato:
in Lazio, Campania e Calabria, il Partito Socialista Italiano; in Sicilia, il movimento Il Megafono, legato al presidente della regione Rosario Crocetta;
in Lombardia e Sicilia, i Moderati.

Inoltre, il Partito Autonomista Trentino Tirolese ed il Südtiroler Volkspartei si presentano in un'unica lista alla Camera in Trentino-Alto Adige, mentre in Val d'Aosta si presenta, sia alla Camera sia al Senato, la lista Autonomie Liberté Participation Écologie.

 

Coalizione di centro-destra

Il 6 dicembre, in concomitanza con l'uscita dalla maggioranza di governo del Popolo delle Libertà, che avrebbe portato alle dimissioni del governo Monti, Silvio Berlusconi ha annunciato la sua "ridiscesa in campo". Il partito ha così annullato le primarie per la scelta del leader, indette il precedente 24 ottobre. Il 20 dicembre, i deputati del PDL Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto lasciano il partito per fondare Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale, dichiarando che la nuova formazione politica sarebbe stata comunque alleata del PDL alle imminenti elezioni.

Il 7 gennaio è ufficializzato l'accordo con la Lega Nord, che riporta in auge l'alleanza politica vincitrice delle elezioni del 2008 e interrotta durante il governo Monti. La Lega aveva a lungo rifiutato l'accordo, arrivando a fine dicembre a dichiarare la volontà di presentarsi autonoma alle elezioni con la candidatura a premier di Flavio Tosi.[30]. Quale capo della coalizione è stato indicato Silvio Berlusconi, che ha tuttavia dichiarato di non essere interessato al ruolo di premier ma a quello di ministro dell'Economia e, a nome del solo PDL, ha designato eventuale presidente del Consiglio il segretario politico Angelino Alfano. Il segretario della Lega Roberto Maroni ha invece proposto per lo stesso ruolo l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

La coalizione partecipa alle elezioni con le liste del Popolo della Libertà, della Lega Nord, de La Destra[33], di Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale. Fanno parte della coalizione anche altre liste, presenti solo in alcune circoscrizioni:

Moderati Italiani in Rivoluzione (MIR), presente alla Camera in 21 circoscrizioni (tranne in Liguria, Lombardia 3, Veneto 2, Abruzzo e Molise) e al Senato in 15 (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna)
Grande Sud insieme al Movimento per le Autonomie, presente in 14 circoscrizioni alla Camera (Lombardia 3, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Lazio 1, Abruzzo, Campania 1, Campania 2, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia 1, Sicilia 2, Sardegna) e in alcune regioni al Senato (Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna); da tenere presente che in tutte le circoscrizioni della Camera in cui si presenta forma un'unica lista insieme al Movimento per le Autonomie;
Intesa Popolare, presente alla Camera in 12 circoscrizioni (Lombardia 1, Emilia Romagna, Umbria, Lazio 1, Lazio 2, Abruzzo, Molise, Campania 1, Campania 2, Puglia, Basilicata, Calabria) e al Senato in 8 (Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); il Partito Pensionati, presente alla Camera in 6 circoscrizioni (Piemonte 1, Veneto 1, Campania 1, Campania 2, Puglia e Sardegna) e al Senato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Campania, Puglia e Sardegna
Movimento per le Autonomie, presente in Sicilia al Senato; nelle circoscrizioni della Camera dove Grande Sud è presente, forma un'unica lista insieme a quest'ultimo.
I Popolari di Italia Domani, presenti in Sicilia al Senato
Liberi per un'Italia equa, presente in Campania alla Camera nella circoscrizione Campania I e al Senato
Italia Unita-Basta Tasse, presente al Senato in Lombardia e in Sardegna

 

 

Coalizione di centro

Anche il premier uscente Mario Monti il 25 dicembre ha annunciato il suo ingresso in politica, a capo di una nuova coalizione. Il suo progetto viene sostenuto da due partiti, l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia, e da una serie di movimenti ed associazioni, tra i quali Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Il 4 gennaio 2013 viene presentata la lista Scelta Civica - Con Monti per l'Italia, formata da esponenti della società civile, che si presenterà alle elezioni in coalizione con le liste dell'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro e di Futuro e Libertà per l'Italia alla Camera; al Senato invece la coalizione parteciperà con una lista unica denominata Con Monti per l'Italia.

 

 

MoVimento 5 Stelle

Partecipa per la prima volta alle elezioni politiche il MoVimento 5 Stelle, che aveva annunciato il 28 giugno 2012 la candidatura senza apparentamenti alle elezioni politiche. Capo della forza politica è il fondatore Beppe Grillo.
Il 29 ottobre Beppe Grillo detta le norme per la formazione delle liste del MoVimento per le elezioni politiche, limitando la possibilità di concorrere ai soli aderenti al movimento già candidatisi in elezioni precedenti e risultati non eletti. Tutti i candidati sono stati poi individuati mediante le cosiddette "parlamentarie", consultazioni primarie annunciate il 30 novembre e tenute online dal 3 al 6 dicembre con la partecipazione di 20.252 iscritti al movimento.

 

 

Rivoluzione Civile

Il 29 dicembre 2012 è stata ufficializzata la candidatura del magistrato Antonio Ingroia alla guida di una lista con il contrassegno "Rivoluzione Civile" sostenuta da Italia dei Valori, Movimento Arancione, Nuovo Partito d'Azione, Verdi, Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani. Inizialmente la lista era sostenuta anche da altri movimenti (Cambiare si può, Agende Rosse di Borsellino e il Popolo Viola). Sei esponenti di Cambiare si può hanno deciso di abbandonare il progetto non condividendo il metodo di compilazione delle liste anche a seguito dell'entrata dell'ex dissidente grillino Giovanni Favia, sostenendo che la lista doveva essere composta solo esclusivamente da personaggi di spicco della società civile. Ingroia stesso ha ribadito la scelta confermata nel referendum proposto agli iscritti di Cambiare si può, che ha confermato in larga maggioranza la volontà di creare una lista composta sia da personaggi della società civile che da esponenti di partiti che "negli ultimi cinque anni hanno fatto buona politica". Salvatore Borsellino, molto critico con Ingroia per la scelta dei candidati e soprattutto per aver messo in lista dopo dei politici esponenti del movimento delle Agende Rosse, ha poi però ribadito il suo appoggio, e l'appoggio di Agende Rosse, a Rivoluzione Civile.


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