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03 settembre 2024

Treviso

Ex Telecom, Ztl: «Il nostro era l’unico progetto per l’area»

«Raccolte mille firme a sostegno della nostra esperienza». Sabato il corteo

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

Ex Telecom, Ztl: «Il nostro era l’unico progetto per l’area»

TREVISO – Tutto pronto per la manifestazione di sabato organizzata da Ztl Wake Up contro lo sgombero dell’ex Telecom. Si partirà alle 15 dalla stazione, il corteo poi passerà per via Roma, corso del Popolo e arriverà in piazza dei Signori. Si attendono partecipanti da altre città e le forze dell’ordine sono in allerta per paura di disordini.

Gli attivisti di Ztl Wake Up in una nota rivendicano la positività di quanto fatto in quest’ultimo mese e sottolineano come in alternativa al loro progetto per quell’area non ci sia nulla.

 

«Ci hanno sgomberato dagli stabili dell'ex Telecom, spazio che abbiamo liberato all'incirca un mese fa – recita la nota diffusa da Ztl Wake Up - Il fatto in parte ci sorprende, in quanto il consenso ricevuto da una parte molto consistente dell’opinione pubblica e la nostra apertura a trattare con la proprietà sembravano aprire dei margini per un processo virtuoso di riutilizzo a fini sociali e culturali di uno spazio abbandonato da quasi vent’anni. Lo abbiamo chiaramente dimostrato in questo mese di intense attività: dibattiti, concerti, cineforum, il veglione di capodanno, il pan e vin di quartiere, laboratori di riutilizzo e riciclo, senza dimenticare le decine di giovani che continuamente si adoperano nei lavori di “bonifica” e restauro.

A questo si aggiungono nuove iniziative già in programma per le prossime settimane, ad esempio i tornei di carte per il quartiere e un ciclo di presentazioni di libri. Il grande valore di questa esperienza ci è stato confermato dall’altissima partecipazione verificatasi: migliaia di persone hanno attraversato lo spazio nell’ultimo mese. In pochi giorni abbiamo raccolto oltre un migliaio di firme a sostegno della nostra esperienza e si è costituito un comitato di garanti composto da artisti, genitori e comuni cittadini.


Ci chiediamo: perché chiudere e murare questa esperienza di cultura e socialità unica nella storia della città? Perché la Telecom preferisce pagare l’affitto a un fondo immobiliare di proprietà di grandi speculatori anche stranieri per uno spazio da lasciare al degrado piuttosto che affidarlo alla comunità? Non ci sono risposte in vista, ma quello che sappiamo è che non c’è alcun progetto, a eccezione del nostro, per l’uso di quest’area. Sappiamo anche che noi e la società civile che ci sostiene non accetteremo che questa storia, che ha aperto spazi di libertà in una città in cui ce n’è più bisogno che mai, venga murata con l’uso della forza. Per questo, da adesso ancora più di prima, ci impegniamo a continuare la costruzione di un’ampia rete di solidarietà».

 


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Matteo Ceron

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