18 gennaio 2025
Categoria: Viaggi ed eventi -
Alberta Bellussi | commenti |
IL FASCINO MISTERIOSO E ROMANTICO DEI LABIRINTI
Un altro elemento che mi ha sempre affascinata sono i labirinti.
Forse presa emotivamente da quello strettamente collegato al mito di Cnosso. Apollodoro, scrittore del I secolo a.C., ci descrive la storia di Teseo il quale, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro (il mostro metà uomo e metà toro), nascosto al centro del dedalo di Cnosso, a Creta, e a trovare poi la via d’uscita.
Il labirinto è un simbolo che ricorre con enorme frequenza nella storia dell’umanità. Esso è presente in culture, miti e religioni più disparate, ma anche nell’arte e nella filosofia. La storia dei labirinti è complessa, intricata e affascinante, così come lo sono i percorsi che li strutturano. Essi compaiono in civiltà ed epoche diverse ed in luoghi lontani come il Perù, Creta, l’Egitto, l’India, la Grecia, la Cina, e l’Europa
Lo studio dei possibili significati dei labirinti rappresenta un argomento estremamente attuale. Negli ultimi vent’anni, infatti, il simbolismo e le mitologie ad essi associati, hanno risvegliato l’interesse di ricercatori, antropologi, studiosi di comunicazione e psicologi.
Il labirinto nasce nell’antichità; i romani lo utilizzarono come motivo decorativo nei mosaici e negli affreschi, mentre i cristiani ne fecero il simbolo della difficile via della salvezza.
Il labirinto di vegetazione, idea nata nel Rinascimento e presente soprattutto nel giardino formale, è realizzato con fitte siepi, per esempio di bosso, ed è una struttura dal significato complesso, la cui invenzione risale molto lontano nel tempo.
I significati connessi a un simile spazio sono numerosi, da quelli filosofici (labirinto come percorso iniziatico) a quelli semplicemente ludici (labirinto d’amore). La forma primordiale del labirinto è una doppia spirale che si avvolge su se stessa, ma che a ogni giro inverte il senso di marcia.
Da quando ho iniziato a interessarmi di labirinti ho scoperto che in Veneto ce ne sono diversi ben conservati e sono davvero delle straordinarie architetture vegetali.
Il primo e anche il più famoso quello di Strà, è sito nel giardino di Villa Pisani. La sua forma è circolare, inscritta in un quadrilatero irregolare. È un labirinto a scelte, cioè un irrigarten; l’ingresso uscita è sulla base del quadrilatero. Si tratta di un tipico labirinto d’amore, le cui prime forme compaiono in Francia tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400 con il nome di Maison Dèdalus.
Il secondo è a Valsanzibio, nei Colli Euganei, nella Villa Barbarigo. Ha forma quadrata con belvedere centrale a cui si accede direttamente; l’ingresso e l’uscita non coincidono e si trovano al centro, alla base del belvedere.
A Verona, nel giardino di Palazzo Giusti, si trova il terzo labirinto veneto, più piccolo degli altri e con le siepi che non superano il metro d’altezza. La forma è quadrata, a 11 spire, con sala quadra al centro, senza torretta o belvedere e con un solo percorso, con andata e ritorno per la stessa via.
Uno molto grande si trova a Socchieva, alle porte di Belluno, nella Villa Paganigaggia. Il labirinto è la copia di quello di Strà per la forma, le dimensioni e la torretta centrale; il percorso è invece estremamente semplificato.
L'ultimo arrivato è il Labirinto Borges della Fondazione Cini, un labirinto arboreo creato per celebrare e ricordare lo scrittore argentino Jorge Luis Borges a 25 anni dalla morte. Il Labirinto Borges, ricostruzione del giardino-labirinto che l'architetto Randoll Coate progettò in suo onore. L’immagine del labirinto è centrale nella poetica di Jorge Luis Borges. Essa costituisce un’allegoria della complessità del mondo, la cui intelligibilità non è afferrabile attraverso la sola ragione.
L'opera è stata realizzata dalla Fondazione Cini, che si trova sull'Isola di San Giorgio Maggiore. Il Labirinto è stato pensato come un terzo chiostro, dopo il Chiostro del Palladio e il Chiostro dei Cipressi. Il giardino, che davanti a sè ha il bacino di San Marco, occupa un’area di 2.300 metri quadrati, per quasi 3 km lineari di sviluppo delle siepi. Le piante di bosso sono tagliate ad un’altezza di 75 centimetri da terra.
http://www.cini.it/video/playlist/labirinto-borges#video/-UYzRva-GZA
Alla fine poi a livello simbolico ciascuno di noi si rapporta con il proprio labirinto.
Incontrando numerosi ostacoli nel corso della vita e tentando di superarli, non facciamo altro che iniziare un percorso di crescita entrando e uscendo di continuo da labirinti quotidiani.
Il messaggio iniziatico del labirinto è presente in ogni istante del nostro vivere.
Ma, tra i molti interrogativi che possiamo porci, uno merita particolare attenzione: qual è la via di uscita del labirinto?
Alberta Bellussi
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