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24 gennaio 2025

Treviso

Finte vaccinazioni a Treviso, l’assistente sanitaria nega: “Eseguite correttamente”

Petrillo rinviata a giudizio

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Finte vaccinazioni a Treviso, l’assistente sanitaria nega: “Eseguite correttamente”

TREVISO - L'assistente sanitaria trevigiana Emanuela Petrillo, sospettata di aver finto le vaccinazioni ad alcuni bambini tra il 2009 e il 2016, prima nel Medio Friuli a Codroipo, San Daniele e Udine e poi nell'Usl 2 di Treviso, continua a ribadire di aver "eseguito in maniera corretta le vaccinazioni". Lo fa attraverso le parole del suo avvocato, Paolo Salandin, dopo la pronuncia con cui il gup del tribunale di Udine, Daniele Faleschini Barnaba, ne ha disposto il rinvio a giudizio per le ipotesi peculato, omissione d'atti d'ufficio e falsità in certificati.

Il processo comincerà il 24 settembre davanti al Tribunale di Udine. “Ce lo aspettavamo", afferma il legale. “Chiariremo definitivamente in sede opportuna le responsabilità".

I primi sospetti sulla regolarità delle vaccinazioni erano sorti a Treviso nella primavera del 2017. Le aziende sanitarie avevano avviato una 'task force' effettuando controlli su un campione di bambini sottoposti alla profilassi con l'indagata e richiamandone migliaia per nuove vaccinazioni. Aperta un'inchiesta, la Procura di Udine aveva disposto altri prelievi su un campione rappresentativo. Le analisi, eseguite in incidente probatorio, avrebbero fatto emergere un'elevata percentuale di scopertura vaccinale. Ma "il campione è molto limitato", obietta la difesa che aveva chiesto il proscioglimento dell'assistente sanitaria.

Alla richiesta di rinvio a giudizio del pm Claudia Danelon si sono associati in aula i legali delle parti civili finora costituite. Le aziende sanitarie hanno quantificato finora i danni in circa 700 mila euro per l'Aas 3 Alto Friuli, 130 mila euro per l'Asuiud e 300 mila euro per l'Usl 2 di Treviso, “se non vi saranno richieste da parte delle famiglie", spiega l'avvocato di quest'ultima, Fabio Crea. Al momento, precisa, "una sola famiglia ha chiesto il risarcimento economico per il mancato guadagno dei genitori che hanno dovuto assistere un bambino che ha contratto il morbillo".

In aula anche i legali di alcune famiglie. "Quando è scoppiato il caso sono state assalite dai dubbi se i propri figli fossero stati o meno vaccinati e hanno dovuto limitare la loro vita di relazione temendo contagi, in più con il timore che una doppia vaccinazione avrebbe potuto comportare dei danni alla loro salute”.

 


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