TREVISO - "E' inutile fare il sogno della Padania e della secessione. L'Italia è una soltanto, quando noi della Lega avremo il 50% più uno dei consensi ne riparleremo". Parola di Giancarlo Gentilini (nella foto), protagonista di un casus belli che è sgonfiato in poche ore.

Le esternazioni dello sceriffo sul fatto che le idee secessioniste dei suoi compagni di partito siano solo velleità e che i problemi dell’Italia sono ben altri, non erano affatto piaciute ai vertici veneti della Lega, ad esclusione del sindaco veronese Flavio Tosi. E ieri alla riunione del direttivo provinciale al K3 dove i media pensavano si sarebbe dovuto svolgere il processo al prosindaco e la sua espulsione dal partito l’”imputato” non si è presentato perché, forse, non c’era nessuno da mettere alla sbarra e come al solito le esternazioni dell’anziano amministratore sono state perdonate.

Ieri sera, lunedì 3 ottobre, Gentilini era da tutt’altra parte, era ospite nella trasmissione 'X News' di Antenna 3 Nordest. D’obbligo la domanda su cosa ne pensasse sulla secessione tanto cara ai militanti e ai vertici della Lega, a cominciare dal sen. Piergiorgio Stiffoni che aveva chiesto con forza l’espulsione di Gentilini dal partito.

"La Padania - ha aggiunto il prosindaco - è un grande sogno, ma deve trovare una corrispondenza nella realtà. Finché abbiamo solo l'8-9% dei voti, credo rimarrà soltanto un sogno". Gentilini si definisce "un virus del bene. Nella Lega si può anche parlare". E’ questa la sua risposta al sen. Stiffoni che l'aveva definito un "virus tossico da estirpare".

Lo sceriffo ha ribadito la sua fedeltà alla linea della Lega, certo che alle prossime elezioni amministrative del 2013 verrà ricandidato come sindaco. In difesa di Gentilini, l’on. Simonetta Rubinato (Pd), sindaco di Roncade che vede nell’ex sindaco di Treviso il termometro degli umori della base leghista, da non sottovalutare affatto.

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