GENTILINI QUERELA UN ALTRO CITTADINO
Calesso e Cacco continuano a denunciare la mancanza di libertà di espressione dei trevigiani che devono anche sobbarcarsi le spese legali
| Laura Tuveri |
Treviso - Un altro cittadino querelato da Gentilini. Lo rendono noto Luigi Calesso e Alberto Cocco per il Comitato dei querelati che sottolineano che il vicesindaco, nuovamente, viene assistito dall’Avvocatura Civica.
Il cittadino portato in tribunale dallo “sceriffo” ha espresso critiche contro l’ex sindaco sulla stampa locale: “fenomeno “querelatorio” non nuovo visto che negli ultimi anni le persone denunciate, a vario titolo, dagli amministratori leghisti superano il centinaio e il numero delle querele non è molto lontano dal centinaio” ricordano Calesso e Caccco.
Questa volta ad andare in giudizio (Tribunale di Venezia il prossimo 21 aprile) è il dott. Mario Ruffin, querelato da Gentilini per le posizioni contenute in una sua lettera pubblicata sulla stampa locale il 4 agosto 2007. “Al dott. Ruffin, professionista noto e stimato in città va tutta la nostra solidarietà anche perché abbiamo sempre apprezzato la sua attività di animatore di circoli culturali in città e le sue posizioni di netto oppositore politico delle amministrazioni leghiste e di centrodestra.
Per quanto riguarda il vicesindaco, alla arroganza di chi ritiene che le opinioni politiche diverse dalle proprie vadano immediatamente querelate si aggiunge, in questo come in molti altri casi, l’utilizzo del denaro pubblico per l’assistenza in giudizio a Gentilini. La delibera di Giunta del 17 febbraio scorso, infatti, stabilisce che la “parte civile” Gentilini sia assistita dall’Avvocatura Civica, cioè dai legali del Comune, pagati con i soldi dei cittadini.
Il cittadino querelato, quindi, oltre a pagare di tasca sua il proprio avvocato, contribuisce – con le sue tasse – a pagare il legale di chi lo ha querelati! Tra le spese legali del Comune ci sono anche queste spese, quelle sostenute per l’assistenza legale municipale alle denunce contro cittadini che contestano il pensiero unico leghista” Calesso e Cacco ricordano che sono a carico dei cittadini trevigiani anche le spese delle indagini e delle udienze in tribunale necessarie per esprimere un giudizio sulle accuse.
“Se Gentilini vuole querelare chi lo attacca pubblicamente, perché non lo fa a spese proprie, con un avvocato pagato da lui e non dai cittadini? Eviterà, almeno, che la sua litigiosità giudiziaria venga pagata dai contribuenti trevisani: rimarrà, in ogni caso, lo spreco di risorse pubbliche per indagini, udienze in tribunale, lavoro della Polizia Municipale e dei magistrati.
Il centrodestra che lamenta i tempi della giustizia dovrebbe indurre Gentilini e gli altri “querelatori” a ritornare sui loro passi per non contribuire con le querele per diffamazione o calunnia ad allungare le liste di attesa dei tribunali che hanno questioni molto più serie di cui occuparsi”.