Gli agricoltori trevigiani alla protesta di Bruxelles: "Non è l’Europa che vogliamo”
"Siamo qui per contro la politica agricola comunitaria che criminalizza l'imprenditore agricolo,pone eccessive condizioni ed espone l'intero settore alla perdita di redditività"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Anche gli agricoltori di Coldiretti Treviso sono a Bruxelles per la prima mobilitazione europea in occasione del Vertice straordinario sul bilancio dell’Unione Europea, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni. Una iniziativa per sostenere tra l’altro la proposta per la deroga alle norme comunitarie e contro la Politica agricola comune (Pac).
La delegazione trevigiana è guidata dal vice presidente Mattia Mattiuzzo e dal direttore Giuseppe Satalino insieme a Marco De Zotti, delegato di Giovani Impresa Treviso e Veneto.
Al grido "Non è l’Europa che vogliamo” la delegazione trevigiana insieme a quella veneta guidata, invece, da Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto e dal direttore Marina Montedoro è giunta in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo insieme ai colleghi provenienti dalle altre regioni italiane, dal sud e dal nord dell’ Unione Europea dagli spagnoli di Asaja ai portoghesi di Cap ai belgi dell’Fwa per trasformare le proteste in proposte concrete.
"Siamo qui nel cuore dell'Unione Europea – sottolinea Coldiretti Treviso - con migliaia di agricoltori per contestare nuovamente la politica agricola comunitaria che non ci piace, che criminalizza l'imprenditore agricolo, che pone eccessive condizioni ed espone l'intero settore agroalimentare alla concorrenza sleale, alla perdita di redditività oltre che annullare il ruolo centrale dell'agricoltore quale custode del territorio e produttore di cibo sano".
“Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole” sottolinea anche Giuseppe Satalino facendo proprie le parole del presidente nazionale Prandini. Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale, ma anche la difficoltà del sistema produttivo sconvolto dalla violenza dei cambiamenti climatici, per proteggersi dai quali servono investimenti adeguati nella difesa attiva e passiva. “Dobbiamo aumentare gli investimenti in agricoltura – ha continuato Satalino -, garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale nel nostro settore. Senza ragazze e ragazzi in agricoltura, l’Europa sarà più fragile e dipendente dalle importazioni”.
Nella foto la delegazione di Coldiretti Treviso a Bruxelles
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