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26 novembre 2024

Vittorio Veneto

L’irrazionale “esercizio” di via Rizzera

Il nuovo progetto? Una risibile messinscena, peggiorativa - il che la dice lunga - della realtà

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

via rizzera vittorio veneto

VITTORIO VENETO - “Il grande momento fu alle 8.30 del mattino. Il sole era magnifico, i suoi raggi abbaglianti...Io ero in via Rizzarda allorché udii gridare a squarciagola: Gli italiani, gli italiani, i liberatori! Viva l’Italia! Viva la nostra Patria”... Essi avevano potuto scorgere le avanguardie del nostro esercito giù, in fondo al viale di ippocastani che avanzavano verso Vittorio”.

 

Così Isidoro Tomasin ricorda nel suo “L’ anno di Vittorio Veneto” l’ingresso in città degli Eroi del Piave per l’attuale via Rizzera. Tanto trionfale fu l’ingresso degli agognati vincitori, quanto mesta è la ritirata che questa giunta ha fatto ieri sulla stessa via. Infatti, alla nuova presentazione in carnevalesca giornata del disegno vincitore di un Concorso diventato una sorta di mostra itinerante, Sindaco e tecnici si son premurati di enfatizzare per la prima volta che nel progetto non c’è nulla di definitivo...è solo un embrione..ci sarà concertazione..dei tavoli partecipati con chi vive il luogo... Bandiera bianca sventola!

 

Premesso che via Rizzera, nonostante martellanti richieste del Consiglio di Quartiere (consigli poi soppressi dal sindaco Miatto), negli ultimi 25 anni è stata ignorata dalle quattro giunte della Lega e da quella PD di Tonon, forse la concertazione bisognava farla prima. Prima di buttare altri soldi e tempo in questa risibile messinscena che ha portato allo spagnoleggiante progetto Las Ramblas.

 

Un progetto che è puro esercizio di scuola. Pregevolissimo dal punto di vista pittorico ma evidentemente partorito con poca consapevolezza della realtà e col puro intento di stupire. Irrealizzabile ed irrazionale. Peggiorativo delle dinamiche di traffico, dell’accesso alle abitazioni, della fruizione pedonale. Di costi stratosferici, di grandi complicazioni esecutive. L’era da spetarseo; quanto avvenuto su via Oberdan fu anticipatore del fatto che ‘l talpòn no ‘l pol far zarese.

 


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Michele Bastanzetti

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