L'invasione dei cinghiali
Scatta il nuovo piano di eradicazione
| Isabella Loschi |
TREVISO - Manca solo un mese alla fatidica data predetta dai Maya sulla fine del mondo. I maya non ci hanno però messo in guardia "dall'invasione dei cinghiali” che popolano i nostri boschi e le nostre colline.
Nascono, si moltiplicano e devastano i terreni agricoli. Formano vere e proprie colonie che nell’ultimo decennio si sono insediate nelle zone collinari della provincia di Treviso, con una crescita esponenziale. Incontenibile. I cinghiali sono mammiferi artiodattili della famiglia dei suidi, dalle straordinarie doti di resistenza ed adattabilità, al giorno d'oggi considerati una delle specie di mammiferi a più ampia diffusione. Ed è proprio il cinghiale una delle specie faunistiche che sta causando i danni maggiori e più estesi nei terreni dell’area pedemontana.
Chies Marino, proprietrario fondo e la testimonianza del passaggio cinghiali in località Mas a Ciser di Fregona nella notte tra 17-18 novembre
A lanciare segnali di allarme sono stati gli agricoltori della zona tra Fregona, Sarmede, Cordignano, Cappella Maggiore e Vittorio Veneto appoggiati dalla sezione di Treviso dell’associazione ambientalista Ekoclub, dall’associazione Arci GalloRosso di Fregona e dal gruppo “Densiloc” del circolo di Sonego. Cinghiali come caterpillar: distruggono le colture del prato e del pascolo, provocano danni totali alle colture del mais, demoliscono le piante da frutto, e ghiotti d’uva, attaccano anche i vigneti di cui la zona è ricca; portando danni agli agricoltori anche per svariate migliaia di euro. E non mancano le capatine esplorative da parte dei cugini del maiale, in pianura: sempre più frequenti sono gli avvistamenti, tra paura e stupore, vicino ai centri cittadini o lungo le strade dei comuni della Marca. In assenza, nelle colline trevigiane, degli unici carnivori come lupi, tigri, iene e coccodrilli che cacciano il pericoloso suino selvatico, per arginare il fenomeno è intervenuta la provincia di Treviso. In collaborazione con l'Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale, ha messo appunto il piano di eradicazione del cinghiale attraverso due sistemi: l’uso dei chiusini, le trappole, e la “caccia” abilitata nell’eradicazione.
Dopo le decine di istanze di risarcimento presentate alla provincia da parte dei proprietari dei fondi danneggiati e le richieste dei chiusini, il metodo più efficace per la cattura dei cinghiali vivi, fatte con la collaborazione di Ekoclub e l’associazione GalloRosso, che si battono per aiutare gli agricoltori, la provincia di Treviso ha approvato il nuovo piano di eradicazione del cinghiale per il biennio 2012-2014.
La furia dei cinghiali sarà, almeno in parte, arginata: verranno infatti raddoppiati i chiusini della riserva alpina e gestiti dai proprietari del fondo. «I chiusini – si legge nella nuova delibera – potranno essere richiesti direttamente dal presidente della Riserva Alpina in accordo con i proprietari dei fondi colpiti dai cinghiali e dovranno poi essere gestiti e controllati quotidianamente dagli assegnatari individuati dal presidente della riserva». Dovrebbero essere circa una ventina i nuovi chiusini messi a disposizione dal settore della Protezione Civile, Caccia Pesca e Agricoltura della provincia. «L’affidatario – secondo il nuovo piano – ha la facoltà di provvedere allo spostamento dei chiusini e provvede all’abbattimento dei soggetti catturati. Dovrà poi conferire i capi abbattuti al centro di lavorazione delle carni autorizzato per i controlli previsti dalla normativa». In media sono 600 gli abbattimenti annuali di cinghiali in attività di eradicazione.