L'ultimo saluto ad Eric Genovese vola in cielo con decine di palloncini colorati
In lacrime il papà Emanuele, la mamma Elena, la sorella Alice e la fidanzata, di soli 16 anni
| Mauro Favaro |
VILLORBA – Alla fine, oltre alle lacrime e ai singhiozzi, non è rimasto che il vento. Quello che ha accompagnato nel cielo di Villorba frotte di palloncini colorati, ognuno dei quali legato a un biglietto di ricordo, liberati in aria da centinaia di amici che ieri hanno voluto dare l'ultimo saluto a Eric Genovese, il ragazzo di 17 anni che giovedì scorso ha perso la vita in sella al suo scooter dopo essere stato centrato da un'auto a Lughignano, mentre stava rincasando alla fine di una serata trascorsa con la fidanzata, Valentina, di soli 16 anni.
“Sei arrivato tra noi come una brezza e te ne sei andato come un uragano
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“Sei arrivato tra noi come una brezza e te ne sei andato come un uragano – sono le parole scandite da un amico sul sagrato, davanti alla bara azzurra, subito dopo la fine del funerale – e ogni volta che il vento ci scompiglierà i capelli sapremo che sarai ancora qui in mezzo a noi”. La chiesa di Villorba, scelta dai famigliari perché più grande di quella di Santandrà, dove il giovane viveva e dove stava tornando quel maledetto giovedì sera, non è riuscita a contenere tutti.
Assieme al papà Emanuele, alla mamma Elena e alla sorella Alice, di 23 anni, oltre alla fidanzata, Valentina, c'erano gli amici d'infanzia di Eric, quelli incontrati negli anni del Villorba Calcio, gli ex compagni di scuola e i professori del “Turazza”, che lo scorso giugno l'hanno visto qualificarsi nell'indirizzo meccanico. “Ora vorrei affidarti un compito particolare – ha detto un docente dell'istituto di Treviso – quello di stare vicino ai ragazzi più in difficoltà”. I ricordi, poi, non si sono contati. “Andavamo assieme a pescare, a trovare castagne sul Montello e il sottotetto era ormai diventato casa nostra – ha aggiunto un amico – non vedo l'ora di poter riabbracciare una persona che mi ha cresciuto e che è cresciuta assieme a me”.
Sino a quello della famiglia, già capace di guardare avanti e di perdonare il 25enne di Casier che, a quanto pare a causa di una fatale distrazione al volante, ha spezzato la vita del Eric. “C'è il silenzio di chi è volato via troppo presto: bisogna accettarlo anche se ti urla dentro – hanno concluso prima di continuare verso il cimitero di Santandrà – ma ti sentiamo sempre vicino a noi anche se, semplicemente, non possiamo toccarti”.