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19 ottobre 2024

Treviso

"M’Illumino d’Impegno": record di giovani trevigiani al servizio del bene comune

Oltre duecentoventi volontari alla rassegna svoltasi lo scorso fine settimana

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

TREVISO - Oltre duecentoventi volontari: i numeri, da soli, non sempre rendono in modo sufficientemente efficace il valore di un’iniziativa ma, se per un istante provassimo a immaginare ciascun volontario all’opera, in tutto il territorio cittadino, l’entusiasmo dipinto sul volto nella consapevolezza di dedicare del tempo per una causa giusta, gli occhi sorridenti di chi riceve un atto gratuito di bontà , così sì, riusciremmo a cogliere il senso e la portata di un progetto, e se i protagonisti, i duecentoventi, sono dei ragazzi che scelgono in libertà di organizzarsi e darsi da fare per la comunità, è una notizia. Una buona notizia.   


Si è svolta da venerdì 12 a domenica 14 a Treviso, “M’Illumino d’Impegno”, prima edizione della rassegna frutto delle sinergie fra la Commissione Cittadina di Pastorale Giovanile (realtà che da alcuni anni vede  impegnate le parrocchie del centro storico nell’educazione di centinaia di giovani trevigiani), gli Operatori di Strada, gli scout dell’Agesci, la Comunità di Sant'Egidio e la San Vincenzo, finalizzata a  sensibilizzare le giovani generazioni in relazione alle dinamiche di un territorio e di un tempo che vivono ma che faticano a comprendere in una visione a 360 gradi delle problematiche in gioco e dare una chance a quanti desiderino “metterci la faccia”, scendere in campo per provare, nel proprio piccolo, a fare la differenza. Occorre toccare con mano anzitutto, e allora via per 72 ore a portare gioia nelle Case di Riposo, momenti di conforto a sofferenti e disabili, a ripristinare il decoro urbano in nome del bene comune, a conoscere  le tragiche vicende di uomini approdati sulle nostre coste, uomini in fuga da una vita di disperazione e miseria, la cui dignità è stata calpestata e svilita da freddi trafficanti di salvezza, in cambio di una speranza.  Perché puoi strutturare un giudizio coerente e ipotizzare soluzioni solo se conosci e approfondisci.  


Plauso unanime fra gli amministratori. Così il consigliere comunale Nicolò Rocco: “Questa è un'iniziativa splendida, tre giorni di educazione al volontariato. I ragazzi che dedicano una parte della loro vita e delle proprie energie a sostenere gli altri sono non solo la risorsa ma la realtà più bella di Treviso”.


Don Alberto Zanetti, cappellano del Duomo e uno dei coordinatori dell’iniziativa, confessando sorpresa per un’idea ancora in una fase sperimentale, pensata per raccogliere circa 30 adesioni e che poi ha riscontrato un inaspettato seguito fra i giovani sin dal momento di preghiera e riflessione di venerdì sera con la Sant’Egidio,  spiega il significato del logo dell’evento: “Un albero che porta frutti, di diverse misure e colori, come le peculiarità di ciascuno. A volte non serve creare nuove proposte, quanto conoscere ciò che c’è e dove e come realizzare opere buone secondo i talenti di ognuno”.    


La città va fatta nostra con la concretezza dei piccoli gesti. La via è segnata: i giovani trevigiani hanno dimostrato che la Treviso giovane non è violenza e criminalità. Esiste un’altra Treviso fra i ragazzi, che sa essere più discreta di altre proposte, che spesso opera lontano dai riflettori, che predilige una carità che, come diceva San Paolo, “non cerca il suo interesse” ma c’è e se la grande risorsa dell’associazionismo e del volontariato investirà su di essa, potrà essere una carta vincente per il bene comune. Coraggio. 


 


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Davide Bellacicco

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