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18 dicembre 2024

Nord-Est

Marmolada, dimesso paziente tedesco ricoverato a Feltre

Resta in prognosi riservata giovane trentino accolto a Treviso. Alessandra a Tommaso: "Se sono viva è grazie a te" 

| Gianandrea Rorato |

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Marmolada, dimesso paziente tedesco ricoverato a Feltre

FELTRE- E' stato dimesso il paziente tedesco soccorso e curato dall'Ulss 1 Dolomiti a Feltre dopo essere rimasto ferito sulla Marmolada. Accompagnato dai familiari, concluderà la convalescenza in una struttura vicino casa.

Prima di lasciare l'ospedale feltrino, ha riservato parole di gratitudine e apprezzamento per i soccorsi e le cure ricevute. Per quanto riguarda gli altri feriti, le condizioni della signora ricoverata a Belluno sono in via di miglioramento. Rimane in prognosi riservata invece Davide, il giovane trentino in cura all'ospedale di Treviso.

Alessandra a Tommaso, se sono viva è grazie a te 
"Ora che affiora qualche ricordo e qualche particolare in più, posso ragionevolmente pensare che, se sono viva è, forse, grazie a te. Tutti devono sapere che persona onesta, seria, corretta ed altruista fossi. Con te mi sentivo sempre al sicuro". E' il nuovo messaggio postato stamani su Facebook da Alessandra De Camilli, la vicentina sopravvissuta al disastro della Marmolada, al suo compagno morto nel crollo del ghiacciaio, Tommaso Carollo.

De Camilli ha lasciato una testimonianza della vicenda all'emittente Tva Vicenza: "L'ultimo ricordo che ho - ha detto - è lui che mi dice 'via', e questo braccio... Non c'erano rocce per ripararsi, era un punto scoperto, ho quasi l'idea che mi abbia buttato per terra e mi abbia fatto da scudo lui. Abbiamo sentito questo rumore sordo, e poi è stata una cosa di un attimo: abbiamo visto pietre e pezzi di ghiaccio, di neve che rotolavano giù.

Quando mi sono svegliata c'erano i soccorritori e a un metro e mezzo da me c'era il caschetto di Tommaso. Ma c'era solo il caschetto, lui non c'era più. Eravamo a mezzo metro l'uno dall'altra. Sinceramente - ha concluso Alessandra -non riesco a capire perché io sono qua e lui no".

Sindaco di Rocca Pietore, la tragedia era inevitabile 

"Sono assolutamente certo che questa tragedia non avrebbe potuto essere evitata. Il maledetto crollo avvenuto in giornata festiva, nell'orario in cui gli alpinisti percorrono maggiormente il ghiacciaio e con il meteo così favorevole, non era prevedibile". Lo ribadisce oggi, in un messaggio, Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore (Belluno), la località sul versate veneto della Marmolada.

"Se quegli sfortunati alpinisti - prosegue De Bernardin - prima di affrontare la salita mi avessero chiesto un parere sull'ascensione, avrei risposto che opportunamente attrezzati, prestando attenzione a rimanere sul sentiero, stando attenti a non avvicinarsi ai crepacci e usando tutte le accortezze dovute per una ascensione alpinistica su roccia e ghiaccio, la cosa era fattibile, come lo era stata per le migliaia e migliaia di persone prima di loro. Credo che nessuna critica possa essere addebitata a loro in quanto hanno solo avuto la sfortuna di essere lì nel momento sbagliato".

De Bernardin aggiunge che "senza ricerca di frasi retoriche, posso solo dire che questa vicenda mi ha profondamente scosso, e che durante queste notti sulla montagna, quando tutti i rumori svaniscono e rimane il grande silenzio, ho pensato molto a quelle persone che erano sepolte sotto il ghiaccio, così vicino a me. Non posso fare altro che mandare un grande abbraccio ai loro cari e ai loro amici - conclude - a nome mio e della comunità di Rocca Pietore".

 

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