La materia è madre : La terza e ultima giornata del nostro educational
Sob! Sigh! Ormai abbiamo acquisito un linguaggio da fumetti !
Oggi si comincia con una visita a un artista locale che lavora la materia come pochi.Romano Abate:attivissimo nella promozione della cultura a Treviso,la sua attività espositiva è intensa e qualificata.
Uno scultore grazie al quale la materia scelta (per lui il legno) rivive sotto diverse forme e linguaggi. Un po’ come nel tema di questi nostri Educational,far incontrare diverse forme di espressione artistica e di linguaggi perché dialoghino tra di loro.
Romano Abate opera a Quinto. Da tre anni lavora a una scultura incredibile ispirata alla Divina Commedia. Una scultura ricavata da un ulivo il cui tronco cavo richiama il passaggio dal centro della terra alla spiaggia del Purgatorio, mentre alcune mele di bronzo aggiunte ai rami spezzati simboleggiano il Paradiso. Anche meglio di Benigni,declamava i versi di Dante mentre lavorava il legno,un’esperienza incredibile.
Questa è la scultura alla quale Romano Abate che rappresenterà il fulcro attorno al quale a novembre si svolgeranno al Museo di Santa Caterina di Treviso le celebrazioni dei 750 anni dalla nascita di Dante. “Il legno è il mio Suggeritore, una materia che per me è madre, che con le sue forme mi conduce verso percorsi che non conosco prima. Le azioni seguono un flusso naturale, come quando vedete armeggiare un meccanico intorno al motore: voi non sapete che cosa stia facendo, ma il suo fare è incessante.”
Ecco un video che mostra il processo creativo di questo artista: click!
Dopo l’Inaugurazione alla Mostra TCBF Olanda presso la fondazione Benetton a Treviso abbiamo avuto il pranzo didattico presso il Ristorante Alle Beccherie a Treviso.
Il tema : Le ricette della tradizione e le ricette rivisitate. Il locale con la nuova gestione è in tema,infatti possiamo trovare alcuni oggetti e attrezzatura della storica gestione che ben si armonizzano con la realtà di un locale moderno di centro città
Il benvenuto con un Prosecco espressione di un territorio che ha tante storie da raccontare.
La sala ristorante è classica e informale e nella quale risaltano gli stampi di rame stagnato che hanno fatto la storia del locale .Stupendo il cosidetto tavolo rame e i tavoli che si affacciano sul canale. La mise en place è contemporanea e curata e il servizio degno di una città europea .
A Le Beccherie si può assaporare la storia del “Tiramesù”, inventato qui a metà del XX secolo, ora proposto sia nella ricetta classica sia in versione scomposta. Si gustano i piatti della tradizione veneta, e si assaggiano appunto ricette nuove e rivisitate.
Il menù prevedeva uno sformato di erbette di campo su una crema di Morlacco con due cialde di pane per conferire un altra testura.
Agli occhi dei nostri fumettisti è diventato altro…ma comunque…
Siamo rimasti assolutamente colpiti da uno stupendo risotto ai porcini con mela verde ,dove la mela restituiva un’acidità che faceva risaltare i porcini in un gioco di rimandi che si scatenava a ogni boccone.
Come ho detto prima alle Beccherie non si può assolutamente prescindere dal Tiramesù. Io ne ho già parlato in un post precedente de la Cucina di Omar con la ricetta delle Beccherie.
Per tornare al tema del pranzo didattico: Ricette della Tradizione Vs Ricette Rivisitate, ecco serviti i due Tiramesù quello classico e quello scomposto che stupisce per la note salata dello streusel al cacao e per la morbidezza della crema creata usando il sifone.
Da consumarsi assolutamente in verticale così il cliente partecipa alla formazione del suo personale Tiramesù.Federico Moro: lo chef che ci ha seguito nella degustazione è veramente appassionato e parlare con lui dopo aver degustato la sua eccellente cucina è stato veramente il tocco finale che solo un vero artigiano della cucina può dare al cliente.
“
Torniamo a parlare di territorio,ma questa volta di un territorio difficile e aspro.
”
“
”
Ci rechiamo a visitare la Cantina Cecchetto a Tezze di Piave .
Dove ci aspettavano in degustazione il Raboso il Malanotte e l’Incrocio Manzoni ma soprattutto per rimanere in tema con la giornata Il Gelsaia :quindi la tradizione e l’innovazione.
Il Raboso espressione autentica del nostro territorio un vino che come dice Sara Ceccheto ci volevano tre persone per berlo:uno convinceva il bevitore, uno lo beveva e uno sorreggeva il bevitore .
E’ un vino che come pochi descrive il suo territorio.Un vitigno che cresce nella pianura del Piave un fiume che, talvolta carico di devastante potenza nelle piene autunnali, ha dato origine a rovinose inondazioni .Altri terreni interessanti determinano le caratteristiche degli altri vini prodotti dall’azienda: il Manzoni Bianco, il Cabernet Sauvignon il Merlot. Infine nella zona del Montello e Colli Asolani, nei vigneti di Cornuda, producono il Prosecco Asolo DOCG.
E’ stato bello vedere e spiegare ai nostri compagni di viaggio in questo Gran Tour le fasi di produzione del vino e le storie di uomini che sono sempre collegate ad essi.
Suggestivo per loro senz’altro il Malanotte che ha scatenato le loro fantasie dark.
Guidarli nella degustazione e chiedere loro che sensazioni provavano è stato sicuramente interessante. Se forse la terminologia tecnica era per loro una scoperta devo dire che si sono scatenati a decorare le bottiglie appena degustate .
Un’altra volta arte e enogastronomia dialogano tra di loro. Quale miglior conclusione per questo educational?
Al prossimo anno e grazie per le emozioni condivise!