Maxi impianto agrivoltaico a Mogliano, Salviamo il paesaggio contrario al progetto
Quattro le criticità evidenziate: "Impianto vicino a villa e area agricola con valenza storica e paesaggistica"
| Isabella Loschi |
MOGLIANO - Dopo le osservazioni critiche del Comune di Mogliano, presentate in Regione, al progetto dell’impianto agrivoltaico in via D’Azeglio a Marocco, anche il Comitato Salviamo le cave di Marocco aderente al Forum Salviamo il Paesaggio ha espresso le proprie osservazioni.
Quattro i punti critici: “L'area agricola si trova in prossimità della villa Veneta denominata "Marignana", proprietà della famiglia Benetton, villa settecentesca vincolata. Oltre alla villa la norma tutela anche il parco circostante la villa, come luogo di interesse storico culturale oltre che paesaggistico. Nel caso specifico buona parte dell'impianto agrivoltaico ricade nell'area di rispetto della villa e del suo parco. Appare pertanto grave che si permetta la realizzazione dell'impianto a danno del bene tutelato e della comunità tutta che ne beneficia”.
In secondo luogo, spiega il Comitato: “L’area agricola ricade anche nell'area che delimita il rispetto del Terraglio, nel tratto che va da Mestre a Treviso, strada storico monumentale su cui affacciavano le ville venete di cui abbiamo detto sopra”. Ulteriore motivo per non realizzare l'impianto è che “l'area agricola di intervento si trova in un ambito classificato dal comune di Mogliano "Corridoio Ecologico” e costituisce parte del paesaggio agrario periurbano con valenza storica e paesaggistica. Appare pertanto improponibile - dice il Comitato - realizzare l'impianto in un'area che deve garantire il passaggio della fauna selvatica e la continuità della copertura erbacea ed arboreo-arbustiva”.
Infine il Comitato condivide quanto Ispra sostiene ovvero “che gli impianti fotovoltaici o agrivoltaici, salvo alcuni casi per questi ultimi, sono comunque equiparati a consumatori di suolo”. "A nostro avviso questi impianti non devono consumare suolo agricolo ma essere collocati dove il suolo è già consumato. II suolo va considerato bene non rinnovabile e pertanto prezioso per i servizi ecosositemici che garantisce. Vogliamo ricordare che in Veneto ci sono 9.000 capannoni vuoti e un cronico primato nazionale di consumo di suolo che ogni anno ci vede immancabilmente tra i primi nella classifica stilata dall'ISPM. Riteniamo pertanto che questo impianto di ben 17 ettari non si debba fare anche per questo motivo”.
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