VALDOBBIADENE - "Quello che servirebbe veramente sarebbe una sorta di tirocinio in azienda per poter selezionare i più adatti e coloro che hanno più desiderio di emergere". Sul contributo che i migranti possono dare alle imprese, Desiderio Bisol, uno dei due proprietari dell'omonima casa vinicola di Valdobbiadene, ha idee chiare e lunga esperienza, avendo da tempo diversi lavoratori stranieri tra vigne e cantina.

"L'integrazione è sempre un valore, basta vedere quello che succede in Canada e Usa", mercati ben conosciuti dal direttore tecnico di un gruppo da circa 18 milioni di fatturato - la cui metà l'anno scorso è stata acquisita dal gruppo Lunelli, proprietario delle cantine Ferrari.

"L'importante però è che ci siano regole chiare, che ancora sull'argomento mi sembrano invece mancare. Poche cose: quattro o cinque regole ben definite - prosegue Desiderio Bisol parlando con l'ANSA - che permettano agli stranieri di dare il meglio, perché chi trova lavoro lavorando bene dà il buon esempio, anche agli italiani, chi invece lavora male ed entra lo stesso nel circuito produttivo dà sempre un cattivo esempio".