Mistero sulla morte di Elda Tandura: nessuna prova sul compagno
Per il Riesame non ci sono prove che le lesioni siano riconducibili a una condotta violenta del compagno
VITTORIO VENETO - E’ impossibile ricostruire il momento della caduta e attribuirla effettivamente ad una spinta o ad un colpo inferto dall’indagato.
Questa la motivazione per cui il Tribunale del Riesame ha deciso di rimettere in libertà il compagno di Elda Tandura, morta lo scorso 24 ottobre.
Non ci sono quindi gli estremi per l’arresto dell’amico/compagno, accusato di omicidio preterintenzionale. Non ci sono le prove che attestino che le lesioni riportate dalla donna siano riconducibili ad un’azione violenta dell’indagato.