Profughi in rivolta: una città bloccata
Gli ospiti del Ceis in strada al grido "pane e documenti"
VITTORIO VENETO - "Vogliamo pane e documenti". Due domande, e il blocco della strada. Si sono riversati in via Marconi, gli ospiti del Ceis di Vittorio Veneto, questa mattina, bloccando il traffico dal distretto sanitario di Serravalle fino a Revine Lago.
Numerose le chiamate ricevute in redazione questa mattina dai cittadini che, arrivando dalla Vallata o dal Fadalto, non riescono a raggiungere il centro città. Non si può scendere, né salire, lungo via Marconi. Lì, ci sono i profughi che, armati di sedie, cassonetti delle immondizie, pellet e cartelloni, bloccano il traffico chiedendo due cose: cibo e documenti. "Abbiamo fame", si legge in un cartello che un ragazzo tiene in mano, "Stiamo soffrendo".
Anche gli ospiti del Ceis hanno contattato la redazione di OggiTreviso: "Come here, we need documents". Sono un centinaio, i ragazzi, e sono tutti in strada. "Qualcuno ci aiuti - è il loro grido - stiamo soffrendo, non ne possiamo più. Abbiamo bisogno di documenti, ma ci dicono per per averli dobbiamo lavorare. Ma per lavorare, ci hanno ribadito, abbiamo bisogno dei documenti". Una situazione di stallo, una condizione in cui non riescono a stare che, questa mattina, è sfociata in una protesta. Unanime.
Intanto, autobus, corriere e automobili percorrono via Caprera - la parallela di via Marconi - contromano, per raggiungere l'autostrada. Sul posto, carabinieri e polizia municipale. E cittadini super-arrabbiati: "Gli italiani, 'ste robe, no' ie fa!"
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