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08 novembre 2024

Treviso

Il Consiglio Regionale si insedia a Palazzo Ferro-Fini

Si eleggono le prime cariche istituzionali

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Il Consiglio Regionale si insedia a Palazzo Ferro-Fini

TREVISO - Oggi si apre ufficialmente il Consiglio Regionale del Veneto.

Il  ritardo della convocazione è dovuto essenzialmente agli equivoci di una legge elettorale, votata in fretta e furia all'ultimo momento.

Infatti, la seconda proclamazione degli eletti con l'uscita di cinque consiglieri e l'ingresso dei loro sostituti non ha portato tranquillità. Aleggiano due fantasmi: l'annuncio di probabili nuovi ricorsi, come per esempio ha lasciato intravvedere il Presidente della Provincia Leonardo Muraro, mentre qualcuno potrebbe chiedere l'eventuale costituzionalità della medesima legge.

All'ordine delle giorno le nomine istituzionali, a partire dal Presidente del Consiglio.

Trovati i primi equilibri, l'attesa si concentrerà sulla composizione della Giunta, un parto sempre molto difficile a causa dei rapporti sproporzionati tra gli aspiranti assessori e quelli che nominerà il Presidente Luca Zaia. Del resto qualche mal di pancia finora non è mancato.

Nel tempo cercheremo di conoscere più da vicino l'attività della Regione e l'impatto nella nostra provincia.

Cominciamo con un'intervista al Consigliere Andrea Zanoni del Partito Democratico a cui seguirà a breve quello con Giampiero Possamai.

1. Il tonfo del Partito Democratico nelle elezioni regionali.

Il Veneto è stato sempre una regione di destra, di centro-destra, per cui qui si parte svantaggiati. Sulla base della mia esperienza durante la campagna elettorale, attraverso la presenza ai gazebo e ai colloqui con i cittadini, sono emerse le seguenti criticità: una certa insoddisfazione derivante dall'essere al Governo, che in questo momento non paga! E' molto più facile essere all'opposizione e ricevere consensi senza difficoltà: molti si lamentavano dei soldi che dovevano essere restituiti ai pensionati, molti insegnanti si lamentavano, a mio avviso in maniera non del tutto corretta, della riforma della scuola, molti si lamentavano del la cosiddetta invasione degli stranieri, degli extracomunitari e degli irregolari, anche a causa di una gestione che non è considerata sufficiente. Questo problema era ed è stato sollevato anche dai sindaci. Negli ultimi giorni poi della campagna elettorale tutto quello che ha riguardato le cosiddette liste degli impresentabili, la litigiosità all'interno del pd, non soltanto a livello nazionale, ma anche locale hanno svolto un ruolo fondamentale per il tonfo. Infine la divisione del centrodestra, che in un primo momento sembrava essere un fattore favorevole al Pd, si è rivelato molto negativa, c'è stato un vero e proprio richiamo della foresta, che ha portato a dare fiducia a Zaia, come si evince dal successo della sua lista. Il malcontento del centro-sinistra, infine, ha spinto molti a non andare votare.

 

2. La Lega...

Zaia ha saputo portare consenso con il suo modo di governare, favorendo molto le piccole e diffuse lobby, con aiuti di vario genere, con contributi. Anche tutto questo ha spinto molti a riconoscerlo come leader. Ha avuto consenso con certo un modo di governare, che a me non piace, ma che gli ha dato i risultati.

 

3. E' il più votato nella nostra provincia con 5360 preferenze. Come le hai ottenute?

Con il lavoro sul territorio, sapendo dare risposte ai cittadini, andando sui luoghi, dove ci sono i problemi, incontrando e parlando con la gente, anche se non sono del tuo partito, essendo aperto con tutti, su tutti i problemi, anche quelli più spinosi, cercando di smorzare le polemiche, anziché incrementarle. Questo ha rafforzato i legami e la stima da parte della gente, questo ha favorito la partecipazione di tanti elettori, che prima avevano deciso di non andare a votare e poi invece mi hanno sostenuto. Ho sempre dato risposte tutti, anche dove non si poteva far niente, dicendolo chiaramente agli interlocutori.

 

4. Da Bruxelles, dove si stato europarlamentare, a Venezia in veste di consigliere regionale...

Ho sempre avuto la passione per il mio territorio e questo sicuramente mi agevolerà. Prima mi occupavo di questioni internazionali, anche con sopralluoghi in altre nazioni e paesi, adesso invece mi occuperò di questo nostro territorio, che è più piccolo, che conosco molto di più e che è più facile seguire. Per cui sarò anche molto più incisivo. Ovviamente non solo per Treviso, ma per tutto il Veneto. Nonostante non sia stato ancora insediato il nuovo Consiglio regionale, ho già ricevuto molte richieste, per affrontare una serie di problemi del nostro territorio.

 

5. Quali sono i primi passi che intendi muovere a Venezia?

All'interno del mio gruppo consiliare, con cui mi sono incontrato, ho presentato la mia richiesta di far parte della seconda Commissione ossia quella che si occupa di ambiente, infrastrutture, territorio, energia, argomenti che poi sono stati i miei cavalli di battaglia nella mia esperienza di politico. Seguirò i lavori con presenza costanza, relazionerò agli organi di partito, alla gente, ai singoli circoli e, naturalmente, depositerò interrogazioni per sollecitare la giunta regionale sui problemi del nostro territorio.

 

6. Sul partito a livello regionale e provinciale....

Ci vuole più vicinanza ai cittadini ed elettori, siamo troppo lontani e distanti, non è stato fatto male, ma bisogna fare di più. Non è solo una critica al partito, ma anche ai rappresentanti delle varie istituzioni. Parlo anche per i deputati del Veneto, che sono molti, che dovrebbero essere più presenti sul territorio. Ho visto Alessandra Moretti abbastanza sola! Inoltre quando ci sono i problemi nel partito, bisogna risolverli nel partito, i panni sporchi si lavano in casa. Il PD locale va sui giornali per le beghe e per gli attriti e gli scontri, mentre parliamo poco dei problemi dei cittadini. È questo comporta disaffezione al voto.

 

7. E secondo i flussi elettorali cosa bisognerebbe fare?

Bisogna fare l'analisi, che serve tanto. Noi dobbiamo fare tesoro anche di quest'esperienza negativa e bisogna darsi una regolata ossia delle regole. Bisogna affrontare la campagna elettorale in maniera più scientifica, con maggiore partecipazione e minore dispendio di energie, con una distribuzione migliore dei compiti e soprattutto cercando di evitare di dare in pasto alla stampa tutto quello che può e deve essere risolto all'interno, senza dare l'impressione, come abbiamo dato a Treviso, di grande litigiosità. Basta ricordare quello che è successo per avviare le primarie, per la composizione della lista. Non abbiamo dato una buona impressione! A me viene in mente un titolo di prima pagina di un quotidiano locale : caos PD a Treviso. Non vorrei più vedere titoli come questo.

 

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 

 


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