28 novembre 2024
Rossella Tramet | commenti |
Quante giovani donne e madri prematuramente scomparse per mortiferi mali in questo periodo: la cronaca ne pullula, ahimé.
(E poi quante vite spezzate per incidenti, ed altre ancora –troppe- per viltà di compagni-padroni, ed altre rinunciate nella sofferenza o mancanza di coraggio).
Su tutte si posi la luce dei nostri crisantemi gialli, ora.
..E nel tempo che non c’è mai ma “c’è più tempo che vita” tutto scorre certo… ma ci si può fermare ogni tanto, se lo decidiamo.
A Milano ho accuratamente evitato le code dell’Expo (malgrado il suo successo mi rallegri) e ho scelto di sostare a Palazzo Reale dove fino al 15 novembre è in mostra “La Grande Madre”.
Nessun nome di grido, effetto commerciale zero, ma opere di più di 130 artisti e artiste internazionali su un allestimento esteso per ca. 2000 mq: una mostra toccante e appassionata che riguarda la verità di tutti noi –venuti al mondo- e di tutte noi, soprattutto –che al mondo mettiamo-.
Dalle Veneri paleolitiche alle “cattive ragazze” del post-femminismo, la “Grande Madre” analizza l’iconografia e la rappresentazione della maternità nell’arte del 900, dalle avanguardie ai nostri giorni, sondando il potere delle donne: non solo il potere generativo e creativo della madre, ma soprattutto il potere negato alle donne e quello conquistato nel corso del 900, un secolo di scontri e lotte tra emancipazione e tradizione.
Il soggetto è la donna, sempre ambivalente nel suo ruolo di ammaliatrice e creatrice, che quando inizia a percepire il suo corpo e i suoi desideri vuole uscire di casa e diventare protagonista: le donne allora con le loro contraddizioni, con i fantasmi, la fatica, le lotte, gli spiriti liberi… e quelle che hanno fatto la nostra Storia, trascurata dai manuali di studio.
Sì, perché mentre Galileo Leonardo Michelangelo e Tiziano ed una –fortunatamente- nutrita schiera di uomini esportava il loro-nostro Genio nel Mondo, Berta ovunque/ per loro/ filava.
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