Benedetto traforo!
Il parroco di Santa Giustina dice messa dentro il “bucone” di Sant’Augusta
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Di solito si “benedice” la posa della prima pietra di un manufatto in costruzione. Oppure si benedice l’opera appena conclusa.
Ieri, 4 novembre, nel giorno di Santa Barbara, patrona (anche) dei minatori, il parroco di Santa Giustina, don Federico De Bianchi, è intervenuto alla rovescia, “benedicendo” non la posa, ma l’estrazione delle prime pietre, in quel traforo di Sant’Augusta che, anche se non si sa bene dove andrà a finire, sta ormai cambiando i connotati e gli ecosistemi del paesaggio vittoriese. Don Federico ha approntato un altare qualche decina di metri dentro lo scavo e ha celebrato una messa per gli operai, il sindaco Tonon e l’assessore Barbara (a proposito: ieri era il suo onomastico...auguri in ritardo!) De Nardi.
In un breve comunicato stampa del comune, si legge che i due membri della giunta, oltre a seguire la messa, hanno potuto constatare “de visu l’andamento dello scavo che ormai ha superato i 50 metri di profondità”.
La notizia, come sempre quando si scrive di Traforo, incontrerà la simpatia di alcuni cittadini e l’amarezza di altri, che vedono compromesso in modo ormai irreparabile uno dei profili paesaggistici più “sani” della città.
La santa, sotto il cui colle i bracci meccanici di apparecchiature degne del peggior film di fantascienza catastrofica stanno lavorando di sgombero, non sembra per il momento aver dato segni o segnali di insofferenza. Vedremo cosa accadrà quando il colle mostrerà ai vittoriesi il suo costosissimo ombelico, e quel piercing d’asfalto che porterà le auto nel bel mezzo del centro città. (Perdonate le metafore, ma chi scrive non può tacere, nemmeno in questa occasione, la propria tristissima perplessità).