"L'unica ambizione di un prete è di fare il parroco"
Ha detto monsignor Adriano Cevolotto, nuovo vescovo di Piacenza, lasciando il suo ruolo di vicario generale della diocesi di Treviso
TREVISO - E’ alla mamma signora Carla, 88 anni, che va a dare, prima di tutti gli altri, la Comunione da Vescovo appena ordinato. Nel tempio di San Nicolò stamattina si sono raccolti in circa novecento intorno a mons. Adriano Cevolotto, l’ormai ex vicario generale della diocesi di Treviso che tra due settimane prenderà possesso di quella di Piacenza. Preti, religiosi, laici.
Vescovi, a cominciare dal cardinale di Bologna Matteo Zuppi. E quello di Treviso, Michele Tomasi che ha presieduto la celebrazione dell’ordinazione episcopale. Che così si è rivolto a colui che è stato il suo primo collaboratore in questo primo anno in diocesi: “Ora il Signore ti ha chiesto un passo ulteriore, ti chiama a un nuovo cambio di rotta e di passo, ad allontanarti ancora di più dalla riva; fidandoti e gettando con convinzione le tue paure e i tuoi limiti, le tue capacità e i tuoi talenti là sulla sua barca”. Lo stesso incoraggiamento venuto pure dagli altri due Vescovi emeriti con i quali mons. Cevolotto ha lavorato fianco a fianco negli anni scorsi: “ E’ giunto il momento di un distacco evangelico, un perdersi per guadagnare in relazioni, in carismi, di un andare dove non pensavi di andare” – lo ha esortato l’emerito Paolo Magnani, novantaquattro anni, che appena giunto in diocesi a Treviso lo scelse come segretario personale. A mons. Gianfranco Agostino Gardin, di cui fu per cinque anni il vicario, il nuovo Vescovo ha chiesto di introdurre la celebrazione: “Ho accettato di offrire questo piccolissimo servizio, anche per esprimergli la mia gratitudine per il suo ministero in questa chiesa trevigiana e, in particolare, per il davvero prezioso aiuto diretto al mio ministero. A don Adriano ho detto però che diventare vescovo non è un premio”.
Emozionato, a tatti commosso il vescovo Adriano quando ha ricordato persone ed esperienze entrate saldamente nei suoi affetti più cari e che non potrà non portare con sé a Piacenza. “L’unica ambizione di un prete è di fare il parroco. Vi assicuro che ce l’avevo e l’ho coltivata, però è... quasi nuova. Poco usata. Ma viene comunque buona. Credo non serva dire che il primo amore non si scorda mai e quindi non posso non avere un ricordo particolare per la comunità Castelfranco Veneto: questi giorni sono tornati alla mente tantissimi incontri, situazioni di sofferenza condivisa nella fede”. E i primi che questa mattina, nel chiostro del seminario, don Adriano ha voluto incontrare appena diventato Vescovo, sono stati i malati insieme ai volontari dell’Unitalsi. Ora lo attende la sua nuova casa, Piacenza.