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18 luglio 2024

Vittorio Veneto

La cultura, macinino che perde colpi

Riflettori e riflessioni sulle sedi culturali cittadine che no, non ci fanno (fare) una bella figura

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

vittorio veneto

VITTORIO VENETO - La querelle “Museo del Cenedese” sollevata dal consigliere Alessandro De Bastiani e la piccata requisitoria difensiva dell’ assessore Antonella Uliana meriterebbero si accendesse finalmente un riflettore, ma di quelli potenti, sullo stato dell’ arte del sistema museale-espositivo-teatrale, culturale in senso ampio, della città. Che non è per nulla florido, per nulla funzionale, per nulla lungimirante. Per punti, ecco le criticità.

 

Biblioteca pubblica: carenze da brivido, con tutto il rispetto per il lavoro del personale che la anima; basti ricordare, cose da trogloditi, la sua inaccessibilità ai portatori di handicap.

Sale conferenze di proprietà comunale: la saletta biblioteca (roba da circolo dopolavoristico) e Palafenderl (incompleto e privo di agibilità).

Teatro: nessuno di proprietà comunale; han tentato di rifilarci la “sòla” del Da Ponte, operazione sospesa perché sotto elezioni sarebbe stata masochistica ma, passate quelle, le pressioni politico-lobbistiche rialzeranno la testa.

Spazi espositivi: Il Todesco, costosissimo, è inadatto per mostre di un certo livello; in più non offre così eccelse garanzia di sicurezza sotto molteplici aspetti. Musei: pletorici, dispersi, di fallimentare economia; perfino il fiore all’ occhiello del Battaglia è in declino dopo il suo sostanziale declassamento; catastrofici i risultati della Croze.

Spazi associativi: chiedere alla Università degli anziani e a chi occupa ancora un’ala della fatiscente Papadopoli. Nel dossier inserirei anche la strafottente indifferenza verso l’annichilimento da incuria di testimonianze identitarie della città come le fontane monumentali, le mura medioevali, la centuriazione cenedese, la scalinata dei giardini, San Gottardo, i siti archeologici…

 

Ora, è pur vero che il comparto cultura non ha come missione primaria quella di produrre utili monetari ma neanche deve ridursi a un macinino obsoleto che produce debito pubblico (rubando soldi ad altre priorità) e qualche rendita di comodo; che assolve solo a singhiozzo alla promozione delle arti e alla crescita intellettuale e civica della collettività. Dunque, assessore e politici che ambite al trono fateci capire entro le amministrative 2024 quali sono i vostri progetti. Volete conservare il fatiscente baraccone o, senza raccontar le solite balle, avete un piano di rinascita?

 

 


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