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23 novembre 2024

Vittorio Veneto

“Cessate il fuoco”, “Basta armi”: i messaggi del 25 aprile a Vittorio Veneto

Cerimonia di commemorazione in piazza del Popolo. Miatto: “Mantenere la memoria è dovere categorico”

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

25 aprile a Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO – Nella città medaglia d’oro per la Resistenza, stamane come ormai consuetudine si è svolta in piazza del Popolo la cerimonia del 25 aprile. Numerose le autorità civili presenti sul palco, dal sindaco Antonio Miatto ai primi cittadini di svariati comuni del Vittoriese, oltre al viceprefetto di Treviso Antonello Roccoberton e alle autorità militari. In piazza le associazioni combattentistiche e d’arma con labari e gonfaloni, l’Anpi, il picchetto d’onore del 132° reggimento artiglieria terrestre “Ariete” e poi tanti cittadini. Ad aprire la commemorazione del 79° anniversario della Liberazione l’inno d’Italia, che ha accompagnato l’alzabandiera. Issato anche sul Monte Altare come tradizione da Michele Bastanzetti il tricolore.

 

L’Anpi di Vittorio Venete era presente con numerosi attivisti che hanno issato svariati cartelli - “Basta armi”, “Cessate il fuoco”, “Uniti contro la guerra” – che hanno fatto da cornice, in piazza, all’evento. A voce poi sono state urlato, al termine dell’intervento del sindaco Antonio Miatto, le parole “antifascismo” e “Resistenza”.

 

«Il 25 aprile è la data che ha riportato la libertà nel nostro Paese e ci vede riuniti qui ogni anno a ricordare come alla presa di coscienza seguì una lotta sanguinosa condotta da volontari di diverse appartenenze politiche, volontari militari e civili, che alla fine riportarono la democrazia – le parole di Miatto -. Dalla Liberazione sono passati ben 79 anni e ancora ricordiamo quegli eventi. Mantenere la memoria di quanto successo è un dovere categorico. Mantenere la memoria di quanto successo è più significativo se solo si ricordano anche i valori che la lotta di Liberazione aveva in sé: libertà, giustizia sociale, uguaglianza e solidarietà. Non sprechiamo il dono della libertà che ci è stato dato».

 

Quindi l’intervento di Pier Paolo Brescacin che ha evidenziato come ormai buona parte dei protagonisti di quel 25 aprile non ci siano più e come la società civile nel frattempo sia molto cambiata, tanto che la ricorrenza della Liberazione è scivolata nell’oblio. «Quello della Resistenza – ha ricordato lo storico – è stato un movimento trasversale e diffuso, uno dei momenti fondativi della storia del nostro Paese, testimone di una parte dell’Italia che non si era arresa al fascismo e all’occupazione, Resistenza che permise all’Italia di uscire dalla selva oscura in cui il fascismo l’aveva cacciata». «Il 25 aprile – ha aggiunto – ci lascia valori come libertà e tutela del dissenso». Un 25 aprile che però, ha poi evidenziato, richiede «una nuova assunzione di responsabilità da parte di noi cittadini come abbandonare il disinteresse per la cosa pubblica ed esercitare il diritto di voto».

 

Concetti ripresi dalla presidente dell’Anpi di Vittorio Veneto, Maria Chiara Marangon, nell’intervento conclusivo della cerimonia in cui ha evidenziato come «non si parla mai abbastanza di Resistenza e di costituzione» e come «lo Stato non possa spendere di più per la guerra che per scuola e sanità».

 

Al termine della cerimonia la canzone “Bella ciao” ha fatto da cornice alla sfilata dei manifestanti Anpi con i vari cartelli davanti al monumento alla Resistenza.

 


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Claudia Borsoi

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