Zaia: 7 province sono, 7 Province rimangono
No alla città metropolitana estesa
VENEZIA - Il presidente del Veneto Luca Zaia ribadisce il suo no alla Pa-Tre-Ve (la città metropolitana estesa formata da Padova, Treviso e Venezia), o ad una PaTrevi e rilancia l'autonomia ai Comuni ai quali spetta "decidere dove, come e con chi aggregarsi".
Il Governatore, in un'intervista a Il Gazzettino, spiega che la Regione ha "60 giorni di tempo per confrontarsi con Comuni e Province e trovare una controproposta" e riferendosi alle aggregazioni indicate dal Governo osserva che "non ha senso quella di Padova con Venezia". Sul concetto di città metropolitana precisa che "finora non abbiamo capito come il Governo la intende: dobbiamo forse decidere su un istituto per il cui funzionamento l'esecutivo prevede tre competenze in croce?". E se la nuova istituzione "ha competenze e risorse, vorrà dire che automaticamente 3/4 milioni di veneti si troveranno fuori dal giardino del'Eden, relegati a poveracci. Da presidente veneto non avvallerò mai".
A chi l'accusa di essersi lavato le mani, Zaia risponde che il Veneto "ha elaborato la proposta poi votata dal Consiglio regionale: 7 province sono, 7 Province rimangono. E se il Governo avesse attribuito ogni decisione alla Regione, il Veneto avrebbe provveduto. Invece non è così. E sa perché?. Le province - chiarisce - sono riconosciute dalla Costituzione e se avesse chiesto proprio alle Regioni di provvedere al ridisegno, l'esecutivo sarebbe caduto nell'illegittimità. Patroni Griffi sa che la Regione può continuare con il tavolo di coordinamento degli enti, ma sono i consigli comunali a dover deliberare". Zaia conclude rilevando che "alzerà la voce; se passasse l' ipotesi di città metropolitana Venezia-Padova sarebbe come giocare a monopoli", assicurando poi che come Regione "riapriremo il tavolo del dialogo per capire se esistono i presupposti per disegnare confini diversi".