02 novembre 2024
Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: influenza, virus, stagione, vaccino, vaccini, polmonite, spagnola, aspirina, lavarsi le mani, handwashing, antibiotici, medicina
Ogni inverno, puntuale come solo il gelo e le labbra screpolate sanno esserlo, torna a farci visita l’influenza, e con essa tutto il bagaglio di paure e leggende fantasiose sul vaccino. Che cosa sia l’influenza lo sappiamo tutti (o forse no, viste le stupidaggini che corrono a fil di rete): è una virosi (un VIRUS, NON un batterio) respiratoria che si presenta con un malessere più o meno intenso (a seconda delle caratteristiche di ciascuno di noi), febbre, tosse, cefalea e talvolta disturbi gastroenterici e mialgie. Non altrettanto bene conosciamo i rischi che essa pone: sì, è fastidiosa, debilitante, ci coglie nei periodi meno opportuni dell’anno, magari ci rovina l’unica settimana di riposo invernale costringendoci a letto, ma non è certo questa la ragione per cui vaccinarci o temerla.
Il virus dell'Influenza. (Fonte: CDC)
Il vero problema è che l’influenza può diventare mortale per i soggetti più cagionevoli (ma non solo!). Il numero di ospedalizzazioni tra gli anziani, ad esempio, è elevatissimo: purtroppo alcuni di questi finiscono in terapia intensiva in situazioni drammatiche. Il soggiorno in ospedale, inoltre, oltre al carico economico notevole, diventa pericolosissimo per molteplici ragioni.
Le virosi respiratorie deprimono in tutti le difese immunitarie delle alte vie respiratorie, predisponendo a polmoniti, bronchiti, sinusiti, otiti e, nei casi più gravi sepsi e meningiti. L’influenza, quindi, può rendere più facile l’infezione del nostro organismo da parte di altri agenti patogeni. Normalmente, come ho spiegato nel post “Una castagna in tasca” e “La vaccinazione anti-influenzale, parte I”, il virus infetta le cellule delle prime vie aeree, dove, la maggior parte delle volte, il nostro sistema immunitario riesce a confinarlo, combattendolo efficacemente. In alcuni casi, però, il virus dell’influenza può arrivare a coinvolgere i polmoni, causando esso stesso una polmonite virale molto severa. In altri, invece, il virus agisce quasi incontrastato portando a morte le cellule che rivestono le vie aeree. Quest’ultima situazione predispone a sovrainfezioni batteriche, che, soprattutto, ma non solo nei soggetti oltre i 65 anni, possono diventare gravi e difficili da curare. I dati indicano come il 90% delle morti per complicanze dell’influenza avvengano in questa fascia d’età. Gli anziani, di base, soffrono di immunosenescanza, ovvero hanno difese immunitarie più “vecchie” e meno efficaci, se a questo si somma l’infezione da influenza, si spalancano le porte per le infezioni batteriche più disparate: non stupiscono affatto le riattivazioni di tubercolosi latenti in anziani colpiti da influenza.
"L'INFLUENZA
SI COMPLICA SPESSO
CON LA POLMONITE"
Un avviso fuori da un teatro americano che consiglia a chi è ammalato di
"ANDARE A CASA A LETTO FINCHE' NON SI SENTE MEGLIO"
(perfino i teatri sanno che l'influenza si può complicare con la polmonite!)
Perfino i teatri:
"cooperano con il Dipartimento della Salute
nel diffondere la verità sull'influenza
e ciò per un grande fine educativo".
Gli antibiotici NON vanno utilizzati nell'influenza! (fonte: flickr)
L’influenza dell’anziano ospedalizzato, inoltre, contribuisce indirettamente ad aumentare le antibiotico-resistenze. Sia chiaro che l’influenza NON si cura assolutamente con l’antibiotico, che non funziona mai sulle virosi; la si tratta piuttosto con il riposo a letto, abbondante idratazione e gli antipiretici. Spesso però il distress respiratorio iniziale (la difficoltà respiratoria data dalla morte delle cellule causata dal virus) è spesso scambiato per una polmonite e trattato con antibiotici, sbagliando in buona fede. Successivamente, quando realmente si è scatenata un’infezione batterica (resa possibile dalla morte delle cellule respiratorie causata dal virus) e la terapia è necessaria, quest’ultima diventa inefficace a causa dell’incauto utilizzo precedentemente, quando non era necessaria. Nei casi più fortunati il paziente farà una terapia alternativa, ma molto più costosa e solitamente con più effetti collaterali.
Fatta una summa breve - e certamente incompleta - delle complicazioni a cui l’influenza dell’anziano può condurre, rimangono due interrogativi:
Evitarlo vuol dire prevenirlo, quindi assolutamente la vaccinazione. Questa va rifatta ogni anno perché l’Orthomyxovirus, virus causa dell’influenza, è molto instabile e cambia le sue caratteristiche da un anno all’altro!
La vaccinazione è assolutamente raccomandata per i soggetti ad alto rischio come i bambini, gli anziani, gli immunocompromessi, i diabetici, i cardiopatici e i malati oncologici (vedi “La vaccinazione anti-influenzale, parte I e parte II”). Il vaccino andrebbe fatto in autunno, così da trovarsi già preparati all’arrivo elle grosse ondate influenzali.
E gli under 65? Vaccinarsi è un ottimo modo per evitare l’influenza. L’influenza spesso – non sempre - è debellata rapidamente dalle persone giovani, ma il vaccino è il modo migliore per proteggere, oltre che noi stessi, anche le persone più deboli con cui veniamo a contatto.
E i rischi di cui ho letto sulla RivistaDellaSanitàDiTopolopoli? Ci limitiamo ai quattro miti di cui si parla più spesso:
a) Il vaccino contro l’influenza è sicuro: innanzitutto non causa l’influenza, né i suoi sintomi classici, perché è composto da un virus inattivato, che non può in alcun modo trasmettere l’infezione (chi si ammala dopo aver ricevuto il vaccino evidentemente aveva già contratto il virus precedentemente).
b) Il vaccino contro l’influenza non causa la sindrome di Guillain Barrè. O meglio: può scatenarla/slatentizzarla, ma non ne è la causa primaria, e la può scatenare con la stessa infinitesima probabilità (anzi, ancora più raramente) con cui possono farlo l’influenza stessa, il raffreddore comune, la polmonite, l’otite, ecc. Questa sindrome è una neuropatia post-infettiva che, in un soggetto predisposto, presenta un’attivazione abnorme del sistema immunitario contro i propri nervi (tipicamente delle gambe). È sufficiente una qualsiasi infezione, non il vaccino in sé, perché il soggetto è già predisposto: il suo sistema immunitario è geneticamente predisposto ad esplodere.
c) “Io e i miei parenti ci siamo vaccinati e puntualmente ogni anno ci prendiamo lo stesso l’influenza! Quindi che senso ha che mi vaccini?” – tipica frase di chi ha rinunciato al vaccino. Il vaccino antinfluenzale contiene i tre tipi di virus che i ricercatori ritengono saranno i ceppi che più frequentemente circoleranno durante la stagione invernale, tipicamente sono il tipo B e due sottoclassi del tipo A. Tuttavia ci sono due possibilità: 1) che chi si è vaccinato s’infetti con un virus dell’influenza il cui tipo non rientrava nel vaccino; 2) che quella che sembra essere un’influenza, in realtà non lo è affatto, ma si tratta di un virus diverso da quello dell’influenza, anche se i sintomi possono essere simili. Ad esempio? Il virus para-influenzale: può dare sintomi simili, anche se tipicamente più lievi. La sintomatologia, tuttavia, è soggettiva!
d) L’Aspirina® non uccide. Per comprendere l’infondatezza delle paure ad essa correlate basta studiarne il meccanismo d’azione: è un antinfiammatorio non steroideo, cioè agisce riducendo i livelli di mediatori dell’infiammazione responsabili di mialgia, febbre, fatica, artralgie. Riduce i sintomi, ma non le difese immunitarie, quindi NON immuno-deprime. La tossicità del saliciliato è invece ben nota nei bambini <12 anni, dove effettivamente sussiste un certo rischio di complicanze. Per questo nei più piccoli non si usa e si preferisce il paracetamolo.
E...non scordatevi di LAVARVI LE MANI!
Scritto in collaborazione con
Nadia Castaldo
studentessa in Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Udine
Per maggiori informazioni leggete anche:
photo credit immagine di copertina: <a href="http://www.flickr.com/photos/mcfarlandmo/4014611539/">mcfarlandmo</a> via <a href="http://photopin.com">photopin</a> <a href="http://creativecommons.org/licenses/by/2.0/">cc</a>
Le informazioni sopra riportate e tutti gli articoli del blog hanno solo un fine illustrativo: non costituiscono un consiglio medico, né provengono da prescrizione specialistica. Essi hanno lo scopo di spiegare tematiche mediche in modo comprensibile a tutti, senza, però, avere la presunzione di esaurire l'argomento in poche righe. Vi invito a rivolgervi al proprio medico curante, ai farmacisti e a tutti gli altri specialisti qualificati per chiarire qualsiasi dubbio riguardante la vostra salute. Il rapporto di fiducia, di stima reciproca e di confidenza tra medico e paziente deve essere sempre coltivato e salvaguardato con il massimo impegno possibile.
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Michele Bastanzetti
10/01/2014 - 20:38
LIEVE IMPRECISIONE
Per il resto: IMPECCABILE.
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Politicamente Scorretto
10/01/2014 - 21:20
Mettetevi d'accordo per piacere
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MarcoM
11/01/2014 - 12:33
eh
Semplice no?
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Michele Bastanzetti
11/01/2014 - 14:14
COME UNA MARCA DI PASTA
E' giusto che, anche quando non si ha un minimo di competenza in merito, si possa imporre ad un minore una determinata scuola di medicina sol perché sta simpatica a noi? o che di questa "scuola di medicina", che magari invece è una
summa di pericolose fandonie, si possa far propaganda?
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