Open Piave: “Il Comune ci conceda l'ex caserma Piave per 30anni"
Conte: "Ci sono 7 sanzioni aperte a carico di Open Piave, rispettino le regole prima di chiedere la proroga"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Il Comune ci conceda l’area della caserma Piave per trent’anni ”. E’ questa la richiesta protocollata ufficialmente oggi da Open Piave, l’associazione che promuove la rigenerazione urbana dello spazio della Piave, a Cà Sugana, per chiedere al Comune di prorogare l’attuale convenzione per la gestione dell’ex caserma di via Monterumici in scadenza nel 2026.
L’associazione, di cui fanno parte diverse associazioni tra cui la onlus Moving School, l’Ails (che all’interno dell’area sta progettando un centro educazione e occupazionale diurno per disabili ndr) e il centro sociale Django, l’università di Venezia, si è costituita nel 2015 durante l’amministrazione Manildo. Dopo aver vinto il bando per la gestione dell’area indetto dal comune e aver progettato un riuso dello spazio chiede una proroga della concessione. "L'obiettivo è quello di continuare a rigenerare l'intera area, prima abbandonata e in disuso, facendola diventare un polo a disposizione delle fasce più deboli della popolazione, anziani, migranti, disabili ma anche famiglie e ragazzi". Open Piave sostiene di aver già avanzato la richiesta lo scorso febbraio ma da allora non hanno avuto risposta dal comune.
“A febbraio noi abbiamo accolto Open Piave ma solo ieri l’associazione ha protocollato la richiesta di prolungamento della convenzione per trent’anni”, sostiene il sindaco Mario Conte. La concessione verrà data oltre il 2026? “Al momento stiamo valutando se quanto previsto dall’attuale convenzione è stato rispettato - chiarisce Conte - Ci sono 7 verbali con sanzioni aperte non ancora pagate. Stiamo cercando di capire con l’avvocatura se gli effetti di quei verbali e di quelle sanzioni possono avere ripercussioni sulla convenzione. Poi valuteremo se ci sarà una proroga o meno”. “Noi - chiude il primo cittadino - siamo abituati a costruire progetti anche lungo termine solo con persone che rispettano scrupolosamente i contratti e le regole”.