Piazza dei Signori gremita per dire no al Governo, no alla Regione, no al Covid
Impressionante, in tempo di covid, vedere tante gente assiepata a manifestare
TREVISO - Si riempie ben prima delle diciotto Piazza dei Signori l’ora fissata per il sit -in. Ma sit-in davanti alla Prefettura non c’è stato. Quello indetto da Treviso Imprese unite, questa sera, è diventato progressivamente un’altra cosa, confluendo nell’altra manifestazione, indetta da Confcommercio e Federazione dei pubblici esercizi, che sotto la torre civica e il Palazzo dei Trecento, nel lunedì che non è il giorno dello “struscio”, ha raccolto – spannometricamente - migliaia di manifestanti e di solidarizzanti delle categorie produttive più penalizzati dal terzo Dpcm di questo ottobre del Covid di ritorno.
Luci dei negozi spente simultaneamente alle diciotto. Serrande abbassate. La parola alla piazza. Perché stasera – e la manifestazione è tutt’ora in corso – questa piazza parla. Al Governo: “Non ci stiamo, siamo allo stremo”. Niente di paragonabile agli episodi della Campania con la aggressività di certi atti. Ma da non sottovalutarla, la gente, quando passa dalle parole ai fatti.
Parla alla Regione, questa piazza: confidavano e ancora sperano - i ristoratori soprattutto, ma anche i gestori di bar pub e altri – su ordinanze più miti, con orari meno stringenti: nella conferenza delle Regioni il Veneto deve fare la sua parte. Parla ai politici: basta precipitarsi alle manifestazioni e piangere sulla spalla degli scontenti.
Ma pone anche degli interrogativi, questa piazza stracolma: nei giorni dell’impazzimento delle curve del contagio, questo ammucchiarsi e assembrarsi fa un certo non so che. Economia e salute, binomio da salvaguardare, con pazienza e convinzione. Ma la Piazza dei Signori stasera non lascia ben sperare.
Tommaso Colla