15 gennaio 2025
Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: muffa, alimenti, microrganismi, germi
Sara Da Dalt | commenti |
Ognuno di noi avrà notato che la principale e più visibile alterazione dei prodotti alimentari è la muffa.
Sebbene si cerchi di adottare tutte le possibili accortezze, è sempre lì: sui formaggi, nel vasetto di marmellata (aperto), sulla frutta, sulla verdura. Ce n’è un po’ dappertutto.
Purtroppo soluzioni radicali al problema non ce ne sono.
Le muffe sono microrganismi presenti in tutto l’ambiente che ci circonda. Contaminano l’aria, il suolo, gli ingredienti in genere e, di conseguenza, è difficile fermarle. Inoltre, sono in grado di crescere in condizioni diverse.
Basta pensare che crescono in alimenti molto differenti tra loro: da quelli più acidi (agrumi, mele, limoni, pomodori, vegetali in genere) a quelli meno acidi (pane, formaggi, salumi, pesto, ecc.); da quelli più “ricchi” (formaggi) a quelli, invece, più “semplici” (spezie).
Una cosa che accomuna le muffe tra loro c’è: crescono solo e soltanto in presenza di ossigeno.
Cosa significa?
Che si possono fermare togliendo l’aria dal prodotto, cioè confeziono alimenti e avanzi sottovuoto.
È ovvio che non tutti abbiamo questa possibilità (nemmeno io), ed è altrettanto vero che non è possibile farlo con qualunque tipologia di prodotto presente nella nostra credenza o frigorifero, perciò alla fine dobbiamo “adeguarci” noi.
Cosa fare?
Refrigerazione: prima di tutto cerchiamo di conservare gli alimenti in frigorifero; è vero che alcune muffe resistono a bassissime temperature, ma in generale è un buon metodo per rallentarne la crescita.
Non incrociare prodotti “sani” con quelli ammuffiti: la muffa andrebbe a contaminare anche quelli buoni limitando la loro conservazione.
Pulizia: evitare la formazione di goccioline di acqua (es. condensa sui ripiani del frigo), perché dove c’è acqua i microrganismi sviluppano.
Consumiamo gli avanzi in tempi brevi.
Non posso suggerire di eliminare la muffa dalla superficie del prodotto e mangiarlo lo stesso (sebbene io pratichi questa opzione); le muffe sono molto penetranti e lo strato che ai nostri occhi sembra molto superficiale non lo è. Alcune muffe possono produrre tossine pericolose perciò sarebbe meglio buttare via tutto.
Posso dire che ognuno a casa propria può fare quello che si sente, ma questa prassi non deve essere seguita dagli operatori del settore alimentare (ristoranti, bar, mense, servizi di catering, addetti al banco, ecc.). In questo caso la legge è chiara: il prodotto è da considerarsi pericoloso perciò bisogna buttare via tutto.
Sara Da Dalt
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